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domenica, 13 Ottobre, 2024

Vincenzo Mezzatesta (Reggio Cal. 1911 – Roma 2005)

Sembrava proprio che dovessi rinunciare a scrivere di questo ennesimo studioso, che pur ha dato interessanti contributi alla conoscenza del passato della nostra terra. Non riuscivo in particolare a stabilire luoghi e date in relazione a nascita e morte. Tutti erano a conoscenza della sua attività di ricerca, ma in quanto a particolari niente da riscontrare. Mi son rivolto a tanti amici e a qualche istituzione culturale, ma picche! Ero proprio intenzionato ad abbandonare l’idea quando ho pensato di contattare l’amico dott. Pasquale Faenza, sempre pronto a venirmi in aiuto, che mi ha indirizzato alla dott.ssa Valeria Maria Genua della Biblioteca Comunale di Reggio (ringrazio vivamente entrambi) e il miracolo si è compiuto. Eppure, mi ero già rivolto con e-mail a detta istituzione, solo che non avevo ottenuto il minimo riscontro. Probabilmente non l’avranno nemmeno vista. Avevo cercato di prendere contatto in quanto avevo letto che quegli vi aveva depositato i suoi libri e che, appunto, gli era stato intitolato l’omonimo fondo.

Il prof. Vincenzo Mezzatesta è nato a Reggio Calabria il 18 maggio 1911 e ha soggiornato, oltre che a Reggio, in quel di Roma in via Massaciuccoli 89. A Roma risulta essersi trasferito nel 1976. Ha pubblicato su “Studi Meridionali” (1976-1982) e “Calabria Sconosciuta” (dal 1984 al 1991) una nutrita serie di 24 biografie d’illustri conterranei, che poi ha trasferito nel volume edito nel 1993 dal reggino Gangemi, “Biografie di uomini illustri di Calabria”. Personalmente l’ho incontrato un paio di volte in occasione di convegni, una volta se non ricordo male a Nicotera, ma tra 1981 e 1990 sono intervenuti vari contatti per iscritto.

Inizialmente il prof. Mezzatesta si è fatto vivo in data 15 dicembre 1981 a motivo di richiedermi dietro pagamento i miei lavori su Rocco de’ Zerbi, l’Ospedale di Oppido e Francesco Migliorini. Era naturale che glieli spedissi immediatamente e senza alcun guiderdone. È ritornato alla carica il 10 maggio dell’anno dopo. Con questa seconda missiva, scusandosi per il disturbo, mi chiedeva se potessi fornirgli la data precisa di un illustre personaggio di Seminara del passato, Domenico Grimaldi, datosi che io tempo prima avevo visionato i libri parrocchiali della cittadina.  Lui c’era stato a Seminara, ma il poco tempo a disposizione e la mancanza di dati precisi non gli avevano consentito di venirne a capo. In successione ne aveva richiesto al parroco, ma niente gli era mai pervenuto. Reiterava a stretto giro il successivo 25 per ringraziarmi delle notizie date e, come in precedenza, mi offriva la sua piena disponibilità per quanto mi sarebbe potuto occorrere. Altro atto di gratitudine in data 30 settembre per l’invio del mio articolo su Monsignor Tommasini, personaggio cui si è interessato del pari.

Era l’1 settembre di cinque anni dopo, nel 1987, che il Mezzatesta tornava alla carica in merito a notizie sui figli di Domenico Grimaldi. Così esordiva: “sono il solito scocciatore; sono costretto a rivolgermi a Lei, in quanto non conosco altra persona la quale, si occupa in quella zona, di storia patria!”. Ultimo contatto è avvenuto il 9 dicembre del 1990. Con esso m’informava di avermi spedito a parte copia fotostatica dell’opera di Ilario De Blasio, Orazione funebre del Marchese Migliorini-Napoli 1820, che poi mi sarebbe stata molto utile per tracciare il profilo del noto Oppidese ministro di Ferdinando IV morto a Palermo dopo la fuga da Napoli. Come al solito si scusava del disturbo facendomi presente che i suoi sforzi per avere notizie del patriota Don Ferdinando De Angelis Grimaldi da Santa Cristina erano andati a vuoto. La lettera merita di essere riportata quale ennesima dimostrazione dell’insipienza di enti e persone abilitate a farlo in risposta alle richieste degli studiosi: “Qualche anno mi sono rivolto, con esito negativo, alla segreteria del Comune di S. Cristina, chiedendo di poter avere i dati anagrafici del patriota, o, subordinativamente, di poter avere, il nominativo, o il relativo recapito, di qualche personaggio di S. Cristina, il quale fosse nelle condizioni di poter soddisfare la mia richiesta. Mi sono rivolto anche, a un sacerdote, il quale risultava nell’elenco telefonico, ma anche da costui, nessuna risposta”. Aveva voglia di attendere! Certe persone miracoli non ne facevano proprio!

Dopo quest’ultima lettera del Mezzatesta non ho saputo più nulla. Non so se avesse rapporti parentali con l’omonima famiglia aristocratica di Seminara, ma il suo insistere sulla stessa e alcuni cenni fattimi qualche volta me lo fanno supporre. Difatti, se ne ha preciso riscontro in una pubblicazione curata dalla biblioteca civica reggina nel 2008, dalla quale si rilevano varie altre interessanti notizie. Lo studioso reggino, discendente dei nobili seminaresi, ha partecipato alla seconda guerra mondiale quale ufficiale operando in Africa Orientale. Fatto prigioniero, è tornato a Reggio alla conclusione delle operazioni belliche. Nel 1998 ha donato libri (ben 2139) e periodici vari a detta istituzione, che ha provveduto a creare un fondo apposito[1].

Così scrivevo in merito alle sue “Biografie” sul nr. 10-12 di Calabria Letteraria dell’ottobre-dicembre 1993 (p. 127): «L’appassionato ricercatore, che nella trattazione spazia dalla più remota antichità (Gaius Antistius, Diocle) alla fine del XIX secolo (Domenico Spanò Bolani e tanti altri), ci offre delle agili e, necessariamente, concise “vita”, che correda, ove possibile delle opportune illustrazioni. Dette che si originano da una nutrita bibliografia, a volte anche poco nota ai più, hanno il loro completo sviluppo per merito di quanto ricavato da atti d’archivio d’indubbio valore, come quelli di Stato di Napoli e di Reggio Cal., i notarili ed i mai abbastanza apprezzati archivi parrocchiali. Per ogni ritratto, naturalmente fin dove suffragano i dati, il discorso si estende alla famiglia, come appare soprattutto chiaro nei casi di Vincenzo Florio e di Domenico Grimaldi.

Seminara: avanzi del palazzo Mezzatesta

L’odierna fatica, che non si attiene ad officiare unicamente le azioni svolte nel fluire del tempo dalle prestigiose individualità, si mostra del pari utile a far apprendere particolari poco pubblicizzati in relazione agli avvenimenti storici di un certo rilievo che hanno interessato il regno di Napoli ed i singoli centri urbani. Qualificandosi, però, la stessa come riproposizione pura e semplici di articoli editi, denunzia un suo limite. Difatti, è facile osservare come risultino assenti i riferimenti e i lavori apparsi negli ultimissimi anni e sicuramente portatori di grossi contributi alla conoscenza delle persone, delle quali si è tracciato l’iter umano. Il caso più evidente potrebbe essere rappresentato dall’arcivescovo reggino Alessandro Tommasini, sul quale sono stati pubblicati esaurienti studi nel 1986 (Palmenta) e nel 1992».


[1]Guida della Biblioteca Comunale di Reggio Calabria, a cura di Domenico Romeo, Maria Ascone, Francesca Laganà e Anna Maria Saccà, Reggio Calabria, Assessorato ai Beni Culturali-Grandi eventi, Edizione Historica, riveduta e corretta, Tipografia Iiriti, Reggio Calabria 2008, p. 57.

Sembrava proprio che dovessi rinunciare a scrivere di questo ennesimo studioso, che pur ha dato interessanti contributi alla conoscenza del passato della nostra terra. Non riuscivo in particolare a stabilire luoghi e date in relazione a nascita e morte. Tutti erano a conoscenza della sua attività di ricerca, ma in quanto a particolari niente da riscontrare. Mi son rivolto a tanti amici e a qualche istituzione culturale, ma picche! Ero proprio intenzionato ad abbandonare l’idea quando ho pensato di contattare l’amico dott. Pasquale Faenza, sempre pronto a venirmi in aiuto, che mi ha indirizzato alla dott.ssa Valeria Maria Genua della Biblioteca Comunale di Reggio (ringrazio vivamente entrambi) e il miracolo si è compiuto. Eppure, mi ero già rivolto con e-mail a detta istituzione, solo che non avevo ottenuto il minimo riscontro. Probabilmente non l’avranno nemmeno vista. Avevo cercato di prendere contatto in quanto avevo letto che quegli vi aveva depositato i suoi libri e che, appunto, gli era stato intitolato l’omonimo fondo.

Il prof. Vincenzo Mezzatesta è nato a Reggio Calabria il 18 maggio 1911 e ha soggiornato, oltre che a Reggio, in quel di Roma in via Massaciuccoli 89. A Roma risulta essersi trasferito nel 1976. Ha pubblicato su “Studi Meridionali” (1976-1982) e “Calabria Sconosciuta” (dal 1984 al 1991) una nutrita serie di 24 biografie d’illustri conterranei, che poi ha trasferito nel volume edito nel 1993 dal reggino Gangemi, “Biografie di uomini illustri di Calabria”. Personalmente l’ho incontrato un paio di volte in occasione di convegni, una volta se non ricordo male a Nicotera, ma tra 1981 e 1990 sono intervenuti vari contatti per iscritto.

Inizialmente il prof. Mezzatesta si è fatto vivo in data 15 dicembre 1981 a motivo di richiedermi dietro pagamento i miei lavori su Rocco de’ Zerbi, l’Ospedale di Oppido e Francesco Migliorini. Era naturale che glieli spedissi immediatamente e senza alcun guiderdone. È ritornato alla carica il 10 maggio dell’anno dopo. Con questa seconda missiva, scusandosi per il disturbo, mi chiedeva se potessi fornirgli la data precisa di un illustre personaggio di Seminara del passato, Domenico Grimaldi, datosi che io tempo prima avevo visionato i libri parrocchiali della cittadina.  Lui c’era stato a Seminara, ma il poco tempo a disposizione e la mancanza di dati precisi non gli avevano consentito di venirne a capo. In successione ne aveva richiesto al parroco, ma niente gli era mai pervenuto. Reiterava a stretto giro il successivo 25 per ringraziarmi delle notizie date e, come in precedenza, mi offriva la sua piena disponibilità per quanto mi sarebbe potuto occorrere. Altro atto di gratitudine in data 30 settembre per l’invio del mio articolo su Monsignor Tommasini, personaggio cui si è interessato del pari.

Era l’1 settembre di cinque anni dopo, nel 1987, che il Mezzatesta tornava alla carica in merito a notizie sui figli di Domenico Grimaldi. Così esordiva: “sono il solito scocciatore; sono costretto a rivolgermi a Lei, in quanto non conosco altra persona la quale, si occupa in quella zona, di storia patria!”. Ultimo contatto è avvenuto il 9 dicembre del 1990. Con esso m’informava di avermi spedito a parte copia fotostatica dell’opera di Ilario De Blasio, Orazione funebre del Marchese Migliorini-Napoli 1820, che poi mi sarebbe stata molto utile per tracciare il profilo del noto Oppidese ministro di Ferdinando IV morto a Palermo dopo la fuga da Napoli. Come al solito si scusava del disturbo facendomi presente che i suoi sforzi per avere notizie del patriota Don Ferdinando De Angelis Grimaldi da Santa Cristina erano andati a vuoto. La lettera merita di essere riportata quale ennesima dimostrazione dell’insipienza di enti e persone abilitate a farlo in risposta alle richieste degli studiosi: “Qualche anno mi sono rivolto, con esito negativo, alla segreteria del Comune di S. Cristina, chiedendo di poter avere i dati anagrafici del patriota, o, subordinativamente, di poter avere, il nominativo, o il relativo recapito, di qualche personaggio di S. Cristina, il quale fosse nelle condizioni di poter soddisfare la mia richiesta. Mi sono rivolto anche, a un sacerdote, il quale risultava nell’elenco telefonico, ma anche da costui, nessuna risposta”. Aveva voglia di attendere! Certe persone miracoli non ne facevano proprio!

Dopo quest’ultima lettera del Mezzatesta non ho saputo più nulla. Non so se avesse rapporti parentali con l’omonima famiglia aristocratica di Seminara, ma il suo insistere sulla stessa e alcuni cenni fattimi qualche volta me lo fanno supporre. Difatti, se ne ha preciso riscontro in una pubblicazione curata dalla biblioteca civica reggina nel 2008, dalla quale si rilevano varie altre interessanti notizie. Lo studioso reggino, discendente dei nobili seminaresi, ha partecipato alla seconda guerra mondiale quale ufficiale operando in Africa Orientale. Fatto prigioniero, è tornato a Reggio alla conclusione delle operazioni belliche. Nel 1998 ha donato libri (ben 2139) e periodici vari a detta istituzione, che ha provveduto a creare un fondo apposito[1].

Così scrivevo in merito alle sue “Biografie” sul nr. 10-12 di Calabria Letteraria dell’ottobre-dicembre 1993 (p. 127): «L’appassionato ricercatore, che nella trattazione spazia dalla più remota antichità (Gaius Antistius, Diocle) alla fine del XIX secolo (Domenico Spanò Bolani e tanti altri), ci offre delle agili e, necessariamente, concise “vita”, che correda, ove possibile delle opportune illustrazioni. Dette che si originano da una nutrita bibliografia, a volte anche poco nota ai più, hanno il loro completo sviluppo per merito di quanto ricavato da atti d’archivio d’indubbio valore, come quelli di Stato di Napoli e di Reggio Cal., i notarili ed i mai abbastanza apprezzati archivi parrocchiali. Per ogni ritratto, naturalmente fin dove suffragano i dati, il discorso si estende alla famiglia, come appare soprattutto chiaro nei casi di Vincenzo Florio e di Domenico Grimaldi.

Seminara: avanzi del palazzo Mezzatesta

L’odierna fatica, che non si attiene ad officiare unicamente le azioni svolte nel fluire del tempo dalle prestigiose individualità, si mostra del pari utile a far apprendere particolari poco pubblicizzati in relazione agli avvenimenti storici di un certo rilievo che hanno interessato il regno di Napoli ed i singoli centri urbani. Qualificandosi, però, la stessa come riproposizione pura e semplici di articoli editi, denunzia un suo limite. Difatti, è facile osservare come risultino assenti i riferimenti e i lavori apparsi negli ultimissimi anni e sicuramente portatori di grossi contributi alla conoscenza delle persone, delle quali si è tracciato l’iter umano. Il caso più evidente potrebbe essere rappresentato dall’arcivescovo reggino Alessandro Tommasini, sul quale sono stati pubblicati esaurienti studi nel 1986 (Palmenta) e nel 1992».


[1]Guida della Biblioteca Comunale di Reggio Calabria, a cura di Domenico Romeo, Maria Ascone, Francesca Laganà e Anna Maria Saccà, Reggio Calabria, Assessorato ai Beni Culturali-Grandi eventi, Edizione Historica, riveduta e corretta, Tipografia Iiriti, Reggio Calabria 2008, p. 57.

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