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lunedì, 29 Aprile, 2024

LA COMUNITA’ DI RUOTI SI RISCOPRE COL FONDO LIBRARIO FRANCO NOVIELLO

“In copertina: il gruppo folkloristico della Scuola Media di Ruoti”, è quanto riportato nel retro di una vecchia pubblicazione a cura di Franco Noviello, allora Preside della scuola media “Carlucci” di Ruoti, nonché Presidente del Centro studi di storia delle tradizioni popolari di Basilicata. Foto sicuramente scelta dallo stesso.  Si tratta del volume-raccolta degli Atti del V Convegno nazionale di storiografia lucana organizzato dal citato Centro studi in collaborazione dei Comuni di Ruoti e Castelgrande, in ricordo di Giacomo Devoto linguista e filosofo di fama mondiale nel decennale della sua visita in terra lucana, Ruoti 23-X-1980.

Una copia che mi è capitata tra le mani nei giorni scorsi. Nomi e foto “effetto Madeleine”, di proustiana memoria, che mi hanno riportato al mio ultimo anno della scuola elementare.

Sfoglio con curiosità le pagine ingiallite e manco a dirlo mi rivedo con alcune mie compagne. Le riconosco: Rosanna, Donatina e Angela, tutte pronte per declamare i versi del nostro poeta compaesano Benedetto Buccico. Sulla destra il maestro Pasquale Arenella e sullo sfondo l’allora sindaco di Ruoti, Vincenzo Salinardi.

Devo a Felice Faraone, presidente dell’associazione “Recupero tradizioni ruotesi” questo tuffo nel passato che mi viene ravvivato dalla sua narrazione torrenziale sulla gioiosa notizia dell’associazione, e per suo tramite di tutta la comunità ruotese: aver acquisito un Fondo librario di 650 volumi di Franco Noviello, Preside a Ruoti dalla metà degli anni Settanta fino alla metà degli anni Ottanta circa.

Il presidente Faraone, nonché assessore comunale alla cultura, come una piovra afferra i libri disseminati ovunque e con grande entusiasmo mi racconta delle ultime vicende associative, di come attraverso una chiacchierata con l’amico Michele Malanga, ruotese acquisito della vicina comunità di Bella, vien fuori che conosce ed è amico del figlio del preside Franco Noviello, Aldo, e così tra una narrazione e l’altra, arrivare nella casa del figlio Noviello per Faraone è un attimo.

L’associazione “Recupero tradizioni ruotesi”, e con essa la comunità intera, è grata ad Aldo Noviello, oggi docente in pensione, per questo gesto di generosità, del dono del Fondo librario del padre. “È stata una gioia per me – racconta Felice Faraone – perché ho ancora vivo il ricordo del Preside e di quegli anni vissuti nella scuola media, delle numerose attività e di come Noviello riusciva a realizzare a Ruoti eventi di grande spessore culturale”.

E difatti il Centro studi di storia delle tradizioni popolari di Basilicata ha avuto la Direzione scientifica proprio a Ruoti, presso la Presidenza della Scuola media statale in via Appia 27 (indirizzo di quegli anni). Opera che attuò anche a Bella, senza mai dimenticare Ruoti con una sezione distaccata.

Tra le tante pubblicazioni a firma di Noviello, il volume citato è un patrimonio prezioso di personaggi che ruotano intorno all’evento. Nelle prime pagine, infatti, la dedica a Renato Angiolillo (nato a Ruoti nel 1901, fondatore de Il tempo) e le parole di gratitudine di Gianni Letta, allora Direttore de “Il Tempo” di Roma. E poi le testimonianze di telegrammi augurali e di stima al Preside Noviello, tra i tanti cito il vate tursitano Albino Pierro, che apre il volume con un poemetto inedito “U terramote”, e lo studioso Gerardo Rohlfs. Solo un assaggio che testimoniano anni di grande fermento culturale attivato da Noviello e che portarono la comunità di Ruoti a livelli di notorietà nazionale ed internazionale. Lo testimoniano le numerose citazioni nella rivista di Rassegna delle tradizioni popolari: rivista bimestrale di ricerca scientifica, demologica, folklorica, antropologica: organo del Centro studi di storia delle tradizioni popolari di Basilicata e Puglia.

Si pensi inoltre a quanto il preside Noviello fece per favorire la realizzazione del documentario sull’infanzia “Il piccolo Rocco a Porcile” del 1977, realizzato dalla RAI.

Un personaggio stimato e animatore infaticabile di cultura, che seppe coniugare la proposta formativa scolastica con il vissuto del proprio territorio, possiamo definirlo un antesignano della riforma scolastica (“Buona scuola, L. 107/2015”), uno stile pedagogico che richiama nella sua stessa narrazione di quegli Atti, la costante proposta agli studenti dell’interrogativo: “la ricerca e il recupero del patrimonio dialettale possono far acquisire agli alunni una maggiore coscienza critica, sia in senso linguistico-espressivo, sia nel senso storico-sociale?”.

Credo che questa domanda sia ancora attuale e alla base dell’impegno che l’associazione porta avanti. Forse la comunità tutta (compresa quella lucana) deve sentirsi in debito con un uomo che con professionalità ha svolto un’opera di valorizzazione delle risorse umane di quegli anni facendo rete tra enti, istituzioni, Università, ricercatori e cultori delle tradizioni di ogni dove.

Franco Noviello è stato “l’animatore fervidissimo”, come si legge in una delle prefazioni dei suoi volumi (https://www.jstor.org/stable/44630313), ed è interessante riportare alla luce il suo operato e i suoi numerosi lavori “che in parte hanno valorizzato Ruoti – commenta Faraone – e ci spingono alla realizzazione di una Fondazione culturale per promuovere un evento annuale dedicato alla cultura popolare e alla tradizione lucana nonché ruotese”. E su queste parole la volontà di realizzare prossimamente un evento dedicato a Franco Noviello e alla sua opera.

E approfittando di questo entusiasmo suggeriamo anche uno spazio narrante suggestivo, attraverso le testimonianze di chi ha conosciuto in modo diretto e/o indiretto il preside Noviello, inviando un’e-mail all’associazione  recuperotradizioniruotesi@gmail.com  oppure contattando direttamente il presidente o gli associati.

E chiudiamo con le stesse parole di Franco Noviello riportate nell’Introduzione del citato volume, con l’augurio che diventino profetiche: “…è certamente un dato acquisito per unanime riconoscimento che il Comune di Ruoti (…) rappresenta in questo momento una piccola straordinaria concentrazione culturale della zona interna montana lucana…”.

“In copertina: il gruppo folkloristico della Scuola Media di Ruoti”, è quanto riportato nel retro di una vecchia pubblicazione a cura di Franco Noviello, allora Preside della scuola media “Carlucci” di Ruoti, nonché Presidente del Centro studi di storia delle tradizioni popolari di Basilicata. Foto sicuramente scelta dallo stesso.  Si tratta del volume-raccolta degli Atti del V Convegno nazionale di storiografia lucana organizzato dal citato Centro studi in collaborazione dei Comuni di Ruoti e Castelgrande, in ricordo di Giacomo Devoto linguista e filosofo di fama mondiale nel decennale della sua visita in terra lucana, Ruoti 23-X-1980.

Una copia che mi è capitata tra le mani nei giorni scorsi. Nomi e foto “effetto Madeleine”, di proustiana memoria, che mi hanno riportato al mio ultimo anno della scuola elementare.

Sfoglio con curiosità le pagine ingiallite e manco a dirlo mi rivedo con alcune mie compagne. Le riconosco: Rosanna, Donatina e Angela, tutte pronte per declamare i versi del nostro poeta compaesano Benedetto Buccico. Sulla destra il maestro Pasquale Arenella e sullo sfondo l’allora sindaco di Ruoti, Vincenzo Salinardi.

Devo a Felice Faraone, presidente dell’associazione “Recupero tradizioni ruotesi” questo tuffo nel passato che mi viene ravvivato dalla sua narrazione torrenziale sulla gioiosa notizia dell’associazione, e per suo tramite di tutta la comunità ruotese: aver acquisito un Fondo librario di 650 volumi di Franco Noviello, Preside a Ruoti dalla metà degli anni Settanta fino alla metà degli anni Ottanta circa.

Il presidente Faraone, nonché assessore comunale alla cultura, come una piovra afferra i libri disseminati ovunque e con grande entusiasmo mi racconta delle ultime vicende associative, di come attraverso una chiacchierata con l’amico Michele Malanga, ruotese acquisito della vicina comunità di Bella, vien fuori che conosce ed è amico del figlio del preside Franco Noviello, Aldo, e così tra una narrazione e l’altra, arrivare nella casa del figlio Noviello per Faraone è un attimo.

L’associazione “Recupero tradizioni ruotesi”, e con essa la comunità intera, è grata ad Aldo Noviello, oggi docente in pensione, per questo gesto di generosità, del dono del Fondo librario del padre. “È stata una gioia per me – racconta Felice Faraone – perché ho ancora vivo il ricordo del Preside e di quegli anni vissuti nella scuola media, delle numerose attività e di come Noviello riusciva a realizzare a Ruoti eventi di grande spessore culturale”.

E difatti il Centro studi di storia delle tradizioni popolari di Basilicata ha avuto la Direzione scientifica proprio a Ruoti, presso la Presidenza della Scuola media statale in via Appia 27 (indirizzo di quegli anni). Opera che attuò anche a Bella, senza mai dimenticare Ruoti con una sezione distaccata.

Tra le tante pubblicazioni a firma di Noviello, il volume citato è un patrimonio prezioso di personaggi che ruotano intorno all’evento. Nelle prime pagine, infatti, la dedica a Renato Angiolillo (nato a Ruoti nel 1901, fondatore de Il tempo) e le parole di gratitudine di Gianni Letta, allora Direttore de “Il Tempo” di Roma. E poi le testimonianze di telegrammi augurali e di stima al Preside Noviello, tra i tanti cito il vate tursitano Albino Pierro, che apre il volume con un poemetto inedito “U terramote”, e lo studioso Gerardo Rohlfs. Solo un assaggio che testimoniano anni di grande fermento culturale attivato da Noviello e che portarono la comunità di Ruoti a livelli di notorietà nazionale ed internazionale. Lo testimoniano le numerose citazioni nella rivista di Rassegna delle tradizioni popolari: rivista bimestrale di ricerca scientifica, demologica, folklorica, antropologica: organo del Centro studi di storia delle tradizioni popolari di Basilicata e Puglia.

Si pensi inoltre a quanto il preside Noviello fece per favorire la realizzazione del documentario sull’infanzia “Il piccolo Rocco a Porcile” del 1977, realizzato dalla RAI.

Un personaggio stimato e animatore infaticabile di cultura, che seppe coniugare la proposta formativa scolastica con il vissuto del proprio territorio, possiamo definirlo un antesignano della riforma scolastica (“Buona scuola, L. 107/2015”), uno stile pedagogico che richiama nella sua stessa narrazione di quegli Atti, la costante proposta agli studenti dell’interrogativo: “la ricerca e il recupero del patrimonio dialettale possono far acquisire agli alunni una maggiore coscienza critica, sia in senso linguistico-espressivo, sia nel senso storico-sociale?”.

Credo che questa domanda sia ancora attuale e alla base dell’impegno che l’associazione porta avanti. Forse la comunità tutta (compresa quella lucana) deve sentirsi in debito con un uomo che con professionalità ha svolto un’opera di valorizzazione delle risorse umane di quegli anni facendo rete tra enti, istituzioni, Università, ricercatori e cultori delle tradizioni di ogni dove.

Franco Noviello è stato “l’animatore fervidissimo”, come si legge in una delle prefazioni dei suoi volumi (https://www.jstor.org/stable/44630313), ed è interessante riportare alla luce il suo operato e i suoi numerosi lavori “che in parte hanno valorizzato Ruoti – commenta Faraone – e ci spingono alla realizzazione di una Fondazione culturale per promuovere un evento annuale dedicato alla cultura popolare e alla tradizione lucana nonché ruotese”. E su queste parole la volontà di realizzare prossimamente un evento dedicato a Franco Noviello e alla sua opera.

E approfittando di questo entusiasmo suggeriamo anche uno spazio narrante suggestivo, attraverso le testimonianze di chi ha conosciuto in modo diretto e/o indiretto il preside Noviello, inviando un’e-mail all’associazione  recuperotradizioniruotesi@gmail.com  oppure contattando direttamente il presidente o gli associati.

E chiudiamo con le stesse parole di Franco Noviello riportate nell’Introduzione del citato volume, con l’augurio che diventino profetiche: “…è certamente un dato acquisito per unanime riconoscimento che il Comune di Ruoti (…) rappresenta in questo momento una piccola straordinaria concentrazione culturale della zona interna montana lucana…”.

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