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sabato, 20 Aprile, 2024

Maria Mariotti (1915-2019)

Anche se ho intrattenuto a lungo uno stretto rapporto culturale in tutta cortesia e amicizia, non è facile per me tracciare un profilo della studiosa reggina Maria Mariotti, che, fin quasi al compimento della sua lunga vita, ha retto con polso risoluto le sorti della Deputazione di Storia Patria per la Calabria dopo il distacco da quella napoletana e la presidenza De Giorgio. Fino all’ultimo ci siamo ritrovati a Reggio alle periodiche assemblee, che si concludevano in piacevoli riunioni conviviali. Ma già in antecedenza a tali adunanze, di tanto in tanto a sporadici appuntamenti si dava corso nella sua stessa casa e per le prime volte vi accompagnavo Mons. Pignataro. Vi si rilevavano tra gli habituès il prof. Borzomati, il dott. Coppola, don Denisi, la prof.ssa Zinzi, i proff. Minuto e Mosino. Di sicuro mi sarebbero riuscite di aiuto le missive che ha scambiato con me, ma, ahimè, la sua scrittura minutissima e piena di quelle barre con le quali estende verso destra il taglio delle numerose “t”, francamente mi fa andare in tilt. Comunque, ci voglio tentare.

Maria Mariotti, nata a Reggio il 18 maggio 1915, era una fervente cattolica pure per estrazione familiare. Sempre in linea con le varie associazioni, ha studiato proprio alla Cattolica di Milano, dove si è laureata in filosofia. Ha insegnato nei licei, ma nel contempo ha collaborato con diversi movimenti, soprattutto la Fuci e quelli politici. A Oppido si rammenta la sua fattiva presenza ai corsi che si tenevano in Aspromonte, nei locali dell’ex-Sanatorio, auspice il famoso arcivescovo Lanza. Ha militato nelle fila del partito della democrazia cristiana e ha svolto il ruolo di consigliera. Candidata nel 1946 alla Costituente, non è risultata eletta per appena pochi voti. Così la definisce al termine di un suo contributo sul sito dell’Archidiocesi di Reggio Calabria-Bova mons. Denisi: “Vera apostola nella comunità sia ecclesiale sia cittadina. Molto attiva nella società civile reggina ma non solo una testimone appassionata del Vangelo”. È deceduta il 24 gennaio 2019 alla bella età di 104 anni. Solo un quadriennio prima era intervenuta a una assemblea della Deputazione, dove era stata omaggiata per i suoi cento anni di vita. Nel frangente si è espressa ancora in modo veramente impeccabile.

La Presidente Mariotti mi ha scritto forse inizialmente in data 13 settembre 1967. Si scusava di non aver dato riscontro a una mia lettera, in quanto il can. Pignataro l’aveva assicurata che un giorno ci saremmo recati assieme a casa sua, evento poi non verificatosi. Facendo riferimento a un suo antico articolo del ’56 veniva a dire che seguiva i miei articoli su “Historica” e “Corriere di Reggio” e aveva completato uno studio sulla collaborazione vescovi e laici in Calabria, che sarebbe stato accolto nella “Miscellanea del Centenario dell’Azione Cattolica”. Almeno questo sono riuscito a estrapolare. La prof. Mariotti, in effetti, è stata una bandiera dell’azione cattolica reggina. Nell’ottobre del 1970 (dal 7 all’11) ho partecipato, lei auspice, a Fermo nelle Marche, al convegno “Romolo Murri nella storia politica e religiosa del suo tempo”, che mi ha fornito un vero arricchimento di cultura e storia. In quella circostanza ho avuto l’opportunità di seguire gli interventi dei grossi calibri della politica dell’epoca, da Forlani a Zaccagnini e della cultura, da Gambasin a De Rosa e da Fontana a Bedeschi. Del bel numero faceva parte anche Borzomati. Dal 18 al 21 maggio del 1972 avrei dovuto essere poi a Capaccio (Paestum) al “Convegno studi di storia sociale e religiosa” organizzato dall’università di Salerno, ma per motivi di salute ho dovuto giocoforza rinunziare. Tuttavia, un mio intervento dal titolo “I libri parrocchiali calabresi” ha trovato posto conseguentemente nel volume “La Società religiosa in Calabria” in stampa l’anno dopo per la Guida Editori. Si sono ricordati di me in quel frangente con una cartolina offerente l’immagine del Tempio di Cerere la Mariotti, Lopa, Nobile, Sesti, Sindoni, Milito, Denisi. Saltiamo al 1974. Arrivati al 12 giugno la prof.ssa mi avvisava di altra mancata risposta a causa del ricovero in ospedale della madre e della sua conseguenziale assistenza e che, non potendo farlo di persona, aveva incaricato Rina Nobile in aderenza alla trascrizione di una scheda nel Bollettino della “Rivista di Storia della Chiesa in Italia” che m’interessava e, inoltre, che aveva segnalato miei scritti alla Bibliografia Nazionale Italiana.

Con data 12 luglio 1979 la Mariotti, finalmente, mi si rivolgeva con un chiaro dattiloscritto, che posso offrire quasi per intero:

“grazie del materiale a suo tempo inviatomi. Avrò la possibilità di rivederlo ed elaborarlo con un po’ di calma poiché per fortuna l’incontro seminariale di Maratea è stato rinviato ai giorni 25 e 26 settembre p. v. Mi hanno chiesto la segnalazione di altri 4 calabresi da invitare, e naturalmente desidererei che voi foste fra questi, dato il lavoro di ricerca sulla parrocchia che avete già fatto. Vi prego di comunicarmi subito (possibilmente per telefono nelle ore serali tarde) se vi sarà gradito e possibile partecipare.

Ho ricevuto attraverso Pietro Borzomati l’elenco delle vostre pubblicazioni, richiestovi nella prospettiva di un vostro inserimento tra i soci aderenti di questa Deputazione. La proposta è stata favorevolmente accolta nella riunione di Consiglio dello scorso giugno. Per gli adempimenti formali vi prego di rispedirmi subito l’unito modulo con le indicazioni richieste. Per le pubblicazioni basta quanto già inviato; aggiungete qualche indicazione per le ricerche in corso e le altre attività culturali. Congratulazioni ed … auguri per questa nuova collaborazione sulla quale conto fin d’ora”.

Il convegno di Maratea si è dipanato dal 24 al 25 settembre all’insegna di “La parrocchia in Italia nell’età contemporanea” e alla promozione sono stati attenti l’Università di Salerno e l’Istituto per le ricerche di storia sociale e di storia religiosa di Vicenza. Nell’incantevole località sono sfilati con interessanti relazioni i proff. De Rosa, Gambasin, Cestaro, Salimbeni, Borzomati e altri. La prof. Mariotti ha trattato col suo consueto piglio “Studi e ricerche nella storia della parrocchia in Calabria tra il XIX e il XX secolo.

In data 18 Marzo 1980 l’emerita studiosa mi forniva particolari in merito all’uscita del numero uno della Rivista Storica Calabrese, organo della Deputazione e sulla preparazione in atto del Convegno sull’emigrazione fissato per il 6-8 dicembre a Polistena e mi chiedeva se si sarebbe potuto trarre qualche dato dai libri parrocchiali da me studiati. Nel caso avrei dovuto far capo al prof. Pasquale Amato, cui era affidato il gruppo di studio per la provincia di Reggio. Si ripeteva da Serra San Bruno il 7 agosto dicendosi dubbiosa che non mi avesse già spedito programma e invito a cooperare, fornendo dettagli all’uopo. Mi ringraziava in ogni caso di aver accettato anche di contribuire all’organizzazione e svolgimento dello stesso. Il 24 novembre reiterato appello e il consueto grazie per l’invio di schede bibliografiche. Un ennesimo segno di riconoscenza il 7 febbraio 1981 per la recensione di una sua opera sul Corriere di Reggio e richiesta a impegnarmi per la diffusione della rivista. Dopo una illustrata da Chianciano, nella quale posso decrittare ben poco, in data 15 agosto, arriviamo al 15 settembre 1982. Da quanto riesco a percepire m’intratteneva su un prossimo convegno dell’Associazione Archivistica Ecclesiastica con estensione dell’informazione anche al responsabile dell’Archivio di Curia, don Francesco Zappia, tale per come aveva letto in un mio articolo su p. Gesualdo. Prima di parlarne col nuovo vescovo attendeva da me i lumi necessari.

Così da Chianciano con data 11 agosto 1983: “sono spiacente che anche quest’anno la giornata ad Oppido vecchio si svolga in pieno agosto e in coincidenza con la mia obbligatoria “sosta di cura” fuori regione. Vi prego di farvi tramite della mia adesione augurale all’iniziativa, nella speranza che questi vecchi centri atavici rivivano …un po’ più spesso che per un giorno all’anno!

Nei vari “scavi” negli archivi parrocchiali, e altrove, avete trovato qualche cosa di interessante sulle Confraternite e Congreghe? In caso affermativo, vi prego di farmene trovare qualche notizia al mio ritorno a Reggio, a fine mese”.

Sulle confraternite ritornava a bomba il 25 luglio 1984 e, pregandomi di contattare al riguardo studiosi della Piana, di cui faceva nomi e cognomi, m’invitava a interessarmi del coordinamento del lavoro per la diocesi di Oppido-Palmi. Non mancava, come solito, la riconoscenza per il regolare inoltro delle segnalazioni bibliografiche da pubblicare sulla rivista. Su confraternite e segnalazioni bibliografiche reiterava il 13 febbraio 1985. Peraltro, mi diceva che, trovandosi a Roma, aveva parlato di me col prof. Vincenzo Paglia. Con questi, che poi diventerà vescovo di Terni, ci siamo incontrati a Salerno proprio per intrattenerci di unita a vari altri a motivo del futuro convegno sulle confraternite. Siamo stati allora della partita, tra gli altri, oltre la Sig.na Mariotti, il prof. Borzomati, io, Antonio Tripodi, Franco Milito futuro vescovo di Oppido-Palmi, Enzo D’Agostino. Siamo stati ospiti dell’Università con d. Paglia, il prof. Gabriele De Rosa e il prof. Antonio Cestaro. Trovandoci sovente in diuturna unione io, D’Agostino, Tripodi, Russo, Pagano e qualche altro, il gruppo cominciava scherzosamente a essere battezzato la “squadra Mariotti”.

 Ancora lettere il 5 gennaio 1986 e successivo 7 marzo sul tema confraternite, per il quale si profilava un secondo incontro a Roma. Di bel nuovo il 13 gennaio 1987 come segue:

“Avrei desiderato parlare con voi della ricerca sulle Confraternite che possa avere una prima puntualizzazione in un convegno previsto per il 3.4 luglio p. v. a Roma. Ne riceverete direttamente comunicazione. Credo sia opportuna una intesa fra voi prima di informare don Paglia sui temi dei singoli contributi. Voi vi trovate in condizioni di vantaggio per la completezza della documentazione di cui ormai disponete, potreste perciò pensare ad una precisa qualificazione dei dati raccolti, con relativa tabella e grafici. E non vi mancheranno spunti di qualche rilievo d’ordine generale. Voi potreste dare qualche suggerimento utile anche per gli altri collaboratori”.

Il meeting si è realizzato come anticipato e in parecchi (Milito, Tripodi, D’Agostino, Mariotti, Denisi, Lopa) siamo stati allora ospiti della Fondazione Sturzo. Nutrita è stata la partecipazione dei cultori meridionali. Una esauriente assise sulla stessa materia si svolgerà poi in successione a San Nicola da Crissa. Era l’ottobre del 1992 e nei tre giorni dal 16 al 18 è sfilata una nutrita serie di relatori con in primo piano la Mariotti, Pietro Borzomati e Vito Teti. Tra i tanti c’erano anche D’Agostino, Tripodi, Liberti, Intrieri, Renzi, Lombardi Satriani, Valente, Mulè, Gambino, Denisi, Russo, Pagano, Cavalcanti ecc. Da Salerno non poteva mancare il prof. Cestaro, che ha presieduto. N’è stato frutto l’edizione di ben due volumi con titolo “Le confraternite religiose in Calabria e nel Mezzogiorno”.

In precedenza mi era stato recapitato l’ennesimo messaggio datato 19 giugno 1991. Al tempo si ragionava ancora sul varo di un convegno sulle confraternite. Ecco quanto ho decifrato:

“speravo di vedervi a Buonvicino. So che invece siete stato a Bisignano (io ero invece a Roma, per padre Russo e per un convegno storico dell’A.C.I. Vi invio ora le notizie dell’annunziato incontro (previsto a Gorizia e spostato a Grado) di eccezionale importanza per noi. È una rara occasione di verifica e confronto, fra noi e con studiosi di altre zone, su temi e fonti che ormai da molti anni sono “nostro pane quotidiano” e spero che riusciate ad inviarlo nel vostro programma…

Gradirei qualche suggerimento per la mia relazione, che dovrebbe avere una… (e qui mi perdo proprio! E’ estremamente impossibile decifrare il testo senza causare possibili errori)”.

Con data 29 gennaio 1998 mi s’informa di essere stato designato membro effettivo del Collegio dei Revisori dei Conti del Comitato Permanente per gli Incontri di Studi Bizantini. Un biglietto finale reca la data del 14 ottobre 1999 ed è relativo a una riunione a casa della professoressa unitamente a Borzomati e D’Agostino onde mettere a punto il “Premio Scordo”. Non ricordo altro.

All’attivo di Maria Mariotti si ascrivono una calibrata serie di opere in volume, logicamente tutte incentrate sul tema che le stava a cuore, la cattolicità. Nel 1965 l’indefessa ricercatrice ha dato alle stampe a Roma “Apostolicità e missione nella Chiesa particolare”. Quattro anni dopo, nel 1969, è stata la volta di “Forme di collaborazione tra vescovi e laici in Calabria negli ultimi cento anni” a Padova. Nel 1980 è arrivato “Problemi di lingua e di cultura nell’azione pastorale dei vescovi calabresi in età moderna” con l’editrice romana “la goliardica” e prefazione di Gabriele De Rosa e, probabilmente, buon ultimo, nel 1994 “Istituzioni e vita della Chiesa nella Calabria moderna e contemporanea” con la Salvatore Sciascia che agiva a Caltanissetta e Roma. In esso ha apposto la dedica “A Rocco Liberti in “continuità” di collaborazione e di servizio per la Calabria, Reggio Calabria 15 dicembre 1994”. Nel 1998 sono stati pubblicati in suo onore a cura della Rubbettino due grossi tomi a cura di molti studiosi, tra i quali i proff. Borzomati e Caridi, con titolo “Chiesa e Società nel Mezzogiorno-Studi in onore di Maria Mariotti”. Tra i tantissimi, ben 80, sono stato compreso anch’io con il lavoro “Cattolici, Chiesa e resistenza in diocesi di Oppido Mamertina dal secondo confitto mondiale al 1948”.

A conclusione pubblico lo stralcio di una mia recensione sul libro “Problemi di lingua e di cultura…” presente sul “Corriere di Reggio” del 24 gennaio 1981 e su Calabria Letteraria nn. 4-5-6 dello stesso anno:

“Con l’apporto di notevoli fonti documentarie spesso inedite e rintracciate in archivi pubblici e privati a volte non facilmente accessibili, come lettere pastorali, atti di concili provinciali e sinodi diocesani, relazioni di visite ad limina, la Mariotti traccia un quadro quanto mai preciso della Calabria tra ‘500 e ‘600. Dalla trattazione balza fuori una regione povera, con una società di strette vedute e quasi mai intraprendente, nella quale, come giustamente osserva Gabriele De Rosa nella brillante prefazione all’odierno volume, la visita di un vescovo, la predicazione delle missioni o la convocazione di un sinodo si qualificavano come un vero e proprio avvenimento storico.

Gli atti che hanno fatto da supporto alla stesura dell’opera e dei quali ampi e significativi squarci sono riportati in appendice, sono stati dall’autrice scomposti in ogni loro tessera e di tutto è stata fatta un’analisi serrata e scrupolosa. Per cui, risultano studiati a dovere la lingua e lo stile, Bibbia e liturgia, il linguaggio e i contenuti e metodi nella catechesi e nella predicazione e, infine, la stessa formazione culturale del clero. In sostanza, confermando il nuovo modo d’intendere e di studiare la storia della Chiesa in Calabria, la studiosa reggina si muove agevolmente tra la “pastoralità legiferante” e la “religiosità predicata” facendo risaltare appieno un ambiente irto di difficoltà d’ogni genere, nel quale, se da un lato si appalesa lo sforzo costante dei presuli per tradurre le massime conciliari, dall’altro appare la non facile formazione di un clero all’altezza della situazione e l’indifferenza, per non dire la contrarietà, del popolo ad ogni “novità”. Il ricchissimo archivio della Prof.ssa Mariotti, sicuramente per sua espressa decisione, è stato versato nell’Archivio Storico Diocesano Reggio Calabria Bova. In esso c’è di tutto quanto possa interessare la storia della Calabria cattolica per buona parte del secolo trascorso: corrispondenza, diari, appunti, atti di convegni ecc. Si scrive giustamente che “L’Archivio, una volta riordinato e inventariato, costituirà uno strumento fondamentale per discutere sull’impronta che ha lasciato sul patrimonio culturale, religioso e politico, per conoscere a fondo il suo cammino, per avere un’idea dell’illimitata energia che la animò sino alla fine” (sito fb dell’Archivio Diocesano RC ecc.).

Anche se ho intrattenuto a lungo uno stretto rapporto culturale in tutta cortesia e amicizia, non è facile per me tracciare un profilo della studiosa reggina Maria Mariotti, che, fin quasi al compimento della sua lunga vita, ha retto con polso risoluto le sorti della Deputazione di Storia Patria per la Calabria dopo il distacco da quella napoletana e la presidenza De Giorgio. Fino all’ultimo ci siamo ritrovati a Reggio alle periodiche assemblee, che si concludevano in piacevoli riunioni conviviali. Ma già in antecedenza a tali adunanze, di tanto in tanto a sporadici appuntamenti si dava corso nella sua stessa casa e per le prime volte vi accompagnavo Mons. Pignataro. Vi si rilevavano tra gli habituès il prof. Borzomati, il dott. Coppola, don Denisi, la prof.ssa Zinzi, i proff. Minuto e Mosino. Di sicuro mi sarebbero riuscite di aiuto le missive che ha scambiato con me, ma, ahimè, la sua scrittura minutissima e piena di quelle barre con le quali estende verso destra il taglio delle numerose “t”, francamente mi fa andare in tilt. Comunque, ci voglio tentare.

Maria Mariotti, nata a Reggio il 18 maggio 1915, era una fervente cattolica pure per estrazione familiare. Sempre in linea con le varie associazioni, ha studiato proprio alla Cattolica di Milano, dove si è laureata in filosofia. Ha insegnato nei licei, ma nel contempo ha collaborato con diversi movimenti, soprattutto la Fuci e quelli politici. A Oppido si rammenta la sua fattiva presenza ai corsi che si tenevano in Aspromonte, nei locali dell’ex-Sanatorio, auspice il famoso arcivescovo Lanza. Ha militato nelle fila del partito della democrazia cristiana e ha svolto il ruolo di consigliera. Candidata nel 1946 alla Costituente, non è risultata eletta per appena pochi voti. Così la definisce al termine di un suo contributo sul sito dell’Archidiocesi di Reggio Calabria-Bova mons. Denisi: “Vera apostola nella comunità sia ecclesiale sia cittadina. Molto attiva nella società civile reggina ma non solo una testimone appassionata del Vangelo”. È deceduta il 24 gennaio 2019 alla bella età di 104 anni. Solo un quadriennio prima era intervenuta a una assemblea della Deputazione, dove era stata omaggiata per i suoi cento anni di vita. Nel frangente si è espressa ancora in modo veramente impeccabile.

La Presidente Mariotti mi ha scritto forse inizialmente in data 13 settembre 1967. Si scusava di non aver dato riscontro a una mia lettera, in quanto il can. Pignataro l’aveva assicurata che un giorno ci saremmo recati assieme a casa sua, evento poi non verificatosi. Facendo riferimento a un suo antico articolo del ’56 veniva a dire che seguiva i miei articoli su “Historica” e “Corriere di Reggio” e aveva completato uno studio sulla collaborazione vescovi e laici in Calabria, che sarebbe stato accolto nella “Miscellanea del Centenario dell’Azione Cattolica”. Almeno questo sono riuscito a estrapolare. La prof. Mariotti, in effetti, è stata una bandiera dell’azione cattolica reggina. Nell’ottobre del 1970 (dal 7 all’11) ho partecipato, lei auspice, a Fermo nelle Marche, al convegno “Romolo Murri nella storia politica e religiosa del suo tempo”, che mi ha fornito un vero arricchimento di cultura e storia. In quella circostanza ho avuto l’opportunità di seguire gli interventi dei grossi calibri della politica dell’epoca, da Forlani a Zaccagnini e della cultura, da Gambasin a De Rosa e da Fontana a Bedeschi. Del bel numero faceva parte anche Borzomati. Dal 18 al 21 maggio del 1972 avrei dovuto essere poi a Capaccio (Paestum) al “Convegno studi di storia sociale e religiosa” organizzato dall’università di Salerno, ma per motivi di salute ho dovuto giocoforza rinunziare. Tuttavia, un mio intervento dal titolo “I libri parrocchiali calabresi” ha trovato posto conseguentemente nel volume “La Società religiosa in Calabria” in stampa l’anno dopo per la Guida Editori. Si sono ricordati di me in quel frangente con una cartolina offerente l’immagine del Tempio di Cerere la Mariotti, Lopa, Nobile, Sesti, Sindoni, Milito, Denisi. Saltiamo al 1974. Arrivati al 12 giugno la prof.ssa mi avvisava di altra mancata risposta a causa del ricovero in ospedale della madre e della sua conseguenziale assistenza e che, non potendo farlo di persona, aveva incaricato Rina Nobile in aderenza alla trascrizione di una scheda nel Bollettino della “Rivista di Storia della Chiesa in Italia” che m’interessava e, inoltre, che aveva segnalato miei scritti alla Bibliografia Nazionale Italiana.

Con data 12 luglio 1979 la Mariotti, finalmente, mi si rivolgeva con un chiaro dattiloscritto, che posso offrire quasi per intero:

“grazie del materiale a suo tempo inviatomi. Avrò la possibilità di rivederlo ed elaborarlo con un po’ di calma poiché per fortuna l’incontro seminariale di Maratea è stato rinviato ai giorni 25 e 26 settembre p. v. Mi hanno chiesto la segnalazione di altri 4 calabresi da invitare, e naturalmente desidererei che voi foste fra questi, dato il lavoro di ricerca sulla parrocchia che avete già fatto. Vi prego di comunicarmi subito (possibilmente per telefono nelle ore serali tarde) se vi sarà gradito e possibile partecipare.

Ho ricevuto attraverso Pietro Borzomati l’elenco delle vostre pubblicazioni, richiestovi nella prospettiva di un vostro inserimento tra i soci aderenti di questa Deputazione. La proposta è stata favorevolmente accolta nella riunione di Consiglio dello scorso giugno. Per gli adempimenti formali vi prego di rispedirmi subito l’unito modulo con le indicazioni richieste. Per le pubblicazioni basta quanto già inviato; aggiungete qualche indicazione per le ricerche in corso e le altre attività culturali. Congratulazioni ed … auguri per questa nuova collaborazione sulla quale conto fin d’ora”.

Il convegno di Maratea si è dipanato dal 24 al 25 settembre all’insegna di “La parrocchia in Italia nell’età contemporanea” e alla promozione sono stati attenti l’Università di Salerno e l’Istituto per le ricerche di storia sociale e di storia religiosa di Vicenza. Nell’incantevole località sono sfilati con interessanti relazioni i proff. De Rosa, Gambasin, Cestaro, Salimbeni, Borzomati e altri. La prof. Mariotti ha trattato col suo consueto piglio “Studi e ricerche nella storia della parrocchia in Calabria tra il XIX e il XX secolo.

In data 18 Marzo 1980 l’emerita studiosa mi forniva particolari in merito all’uscita del numero uno della Rivista Storica Calabrese, organo della Deputazione e sulla preparazione in atto del Convegno sull’emigrazione fissato per il 6-8 dicembre a Polistena e mi chiedeva se si sarebbe potuto trarre qualche dato dai libri parrocchiali da me studiati. Nel caso avrei dovuto far capo al prof. Pasquale Amato, cui era affidato il gruppo di studio per la provincia di Reggio. Si ripeteva da Serra San Bruno il 7 agosto dicendosi dubbiosa che non mi avesse già spedito programma e invito a cooperare, fornendo dettagli all’uopo. Mi ringraziava in ogni caso di aver accettato anche di contribuire all’organizzazione e svolgimento dello stesso. Il 24 novembre reiterato appello e il consueto grazie per l’invio di schede bibliografiche. Un ennesimo segno di riconoscenza il 7 febbraio 1981 per la recensione di una sua opera sul Corriere di Reggio e richiesta a impegnarmi per la diffusione della rivista. Dopo una illustrata da Chianciano, nella quale posso decrittare ben poco, in data 15 agosto, arriviamo al 15 settembre 1982. Da quanto riesco a percepire m’intratteneva su un prossimo convegno dell’Associazione Archivistica Ecclesiastica con estensione dell’informazione anche al responsabile dell’Archivio di Curia, don Francesco Zappia, tale per come aveva letto in un mio articolo su p. Gesualdo. Prima di parlarne col nuovo vescovo attendeva da me i lumi necessari.

Così da Chianciano con data 11 agosto 1983: “sono spiacente che anche quest’anno la giornata ad Oppido vecchio si svolga in pieno agosto e in coincidenza con la mia obbligatoria “sosta di cura” fuori regione. Vi prego di farvi tramite della mia adesione augurale all’iniziativa, nella speranza che questi vecchi centri atavici rivivano …un po’ più spesso che per un giorno all’anno!

Nei vari “scavi” negli archivi parrocchiali, e altrove, avete trovato qualche cosa di interessante sulle Confraternite e Congreghe? In caso affermativo, vi prego di farmene trovare qualche notizia al mio ritorno a Reggio, a fine mese”.

Sulle confraternite ritornava a bomba il 25 luglio 1984 e, pregandomi di contattare al riguardo studiosi della Piana, di cui faceva nomi e cognomi, m’invitava a interessarmi del coordinamento del lavoro per la diocesi di Oppido-Palmi. Non mancava, come solito, la riconoscenza per il regolare inoltro delle segnalazioni bibliografiche da pubblicare sulla rivista. Su confraternite e segnalazioni bibliografiche reiterava il 13 febbraio 1985. Peraltro, mi diceva che, trovandosi a Roma, aveva parlato di me col prof. Vincenzo Paglia. Con questi, che poi diventerà vescovo di Terni, ci siamo incontrati a Salerno proprio per intrattenerci di unita a vari altri a motivo del futuro convegno sulle confraternite. Siamo stati allora della partita, tra gli altri, oltre la Sig.na Mariotti, il prof. Borzomati, io, Antonio Tripodi, Franco Milito futuro vescovo di Oppido-Palmi, Enzo D’Agostino. Siamo stati ospiti dell’Università con d. Paglia, il prof. Gabriele De Rosa e il prof. Antonio Cestaro. Trovandoci sovente in diuturna unione io, D’Agostino, Tripodi, Russo, Pagano e qualche altro, il gruppo cominciava scherzosamente a essere battezzato la “squadra Mariotti”.

 Ancora lettere il 5 gennaio 1986 e successivo 7 marzo sul tema confraternite, per il quale si profilava un secondo incontro a Roma. Di bel nuovo il 13 gennaio 1987 come segue:

“Avrei desiderato parlare con voi della ricerca sulle Confraternite che possa avere una prima puntualizzazione in un convegno previsto per il 3.4 luglio p. v. a Roma. Ne riceverete direttamente comunicazione. Credo sia opportuna una intesa fra voi prima di informare don Paglia sui temi dei singoli contributi. Voi vi trovate in condizioni di vantaggio per la completezza della documentazione di cui ormai disponete, potreste perciò pensare ad una precisa qualificazione dei dati raccolti, con relativa tabella e grafici. E non vi mancheranno spunti di qualche rilievo d’ordine generale. Voi potreste dare qualche suggerimento utile anche per gli altri collaboratori”.

Il meeting si è realizzato come anticipato e in parecchi (Milito, Tripodi, D’Agostino, Mariotti, Denisi, Lopa) siamo stati allora ospiti della Fondazione Sturzo. Nutrita è stata la partecipazione dei cultori meridionali. Una esauriente assise sulla stessa materia si svolgerà poi in successione a San Nicola da Crissa. Era l’ottobre del 1992 e nei tre giorni dal 16 al 18 è sfilata una nutrita serie di relatori con in primo piano la Mariotti, Pietro Borzomati e Vito Teti. Tra i tanti c’erano anche D’Agostino, Tripodi, Liberti, Intrieri, Renzi, Lombardi Satriani, Valente, Mulè, Gambino, Denisi, Russo, Pagano, Cavalcanti ecc. Da Salerno non poteva mancare il prof. Cestaro, che ha presieduto. N’è stato frutto l’edizione di ben due volumi con titolo “Le confraternite religiose in Calabria e nel Mezzogiorno”.

In precedenza mi era stato recapitato l’ennesimo messaggio datato 19 giugno 1991. Al tempo si ragionava ancora sul varo di un convegno sulle confraternite. Ecco quanto ho decifrato:

“speravo di vedervi a Buonvicino. So che invece siete stato a Bisignano (io ero invece a Roma, per padre Russo e per un convegno storico dell’A.C.I. Vi invio ora le notizie dell’annunziato incontro (previsto a Gorizia e spostato a Grado) di eccezionale importanza per noi. È una rara occasione di verifica e confronto, fra noi e con studiosi di altre zone, su temi e fonti che ormai da molti anni sono “nostro pane quotidiano” e spero che riusciate ad inviarlo nel vostro programma…

Gradirei qualche suggerimento per la mia relazione, che dovrebbe avere una… (e qui mi perdo proprio! E’ estremamente impossibile decifrare il testo senza causare possibili errori)”.

Con data 29 gennaio 1998 mi s’informa di essere stato designato membro effettivo del Collegio dei Revisori dei Conti del Comitato Permanente per gli Incontri di Studi Bizantini. Un biglietto finale reca la data del 14 ottobre 1999 ed è relativo a una riunione a casa della professoressa unitamente a Borzomati e D’Agostino onde mettere a punto il “Premio Scordo”. Non ricordo altro.

All’attivo di Maria Mariotti si ascrivono una calibrata serie di opere in volume, logicamente tutte incentrate sul tema che le stava a cuore, la cattolicità. Nel 1965 l’indefessa ricercatrice ha dato alle stampe a Roma “Apostolicità e missione nella Chiesa particolare”. Quattro anni dopo, nel 1969, è stata la volta di “Forme di collaborazione tra vescovi e laici in Calabria negli ultimi cento anni” a Padova. Nel 1980 è arrivato “Problemi di lingua e di cultura nell’azione pastorale dei vescovi calabresi in età moderna” con l’editrice romana “la goliardica” e prefazione di Gabriele De Rosa e, probabilmente, buon ultimo, nel 1994 “Istituzioni e vita della Chiesa nella Calabria moderna e contemporanea” con la Salvatore Sciascia che agiva a Caltanissetta e Roma. In esso ha apposto la dedica “A Rocco Liberti in “continuità” di collaborazione e di servizio per la Calabria, Reggio Calabria 15 dicembre 1994”. Nel 1998 sono stati pubblicati in suo onore a cura della Rubbettino due grossi tomi a cura di molti studiosi, tra i quali i proff. Borzomati e Caridi, con titolo “Chiesa e Società nel Mezzogiorno-Studi in onore di Maria Mariotti”. Tra i tantissimi, ben 80, sono stato compreso anch’io con il lavoro “Cattolici, Chiesa e resistenza in diocesi di Oppido Mamertina dal secondo confitto mondiale al 1948”.

A conclusione pubblico lo stralcio di una mia recensione sul libro “Problemi di lingua e di cultura…” presente sul “Corriere di Reggio” del 24 gennaio 1981 e su Calabria Letteraria nn. 4-5-6 dello stesso anno:

“Con l’apporto di notevoli fonti documentarie spesso inedite e rintracciate in archivi pubblici e privati a volte non facilmente accessibili, come lettere pastorali, atti di concili provinciali e sinodi diocesani, relazioni di visite ad limina, la Mariotti traccia un quadro quanto mai preciso della Calabria tra ‘500 e ‘600. Dalla trattazione balza fuori una regione povera, con una società di strette vedute e quasi mai intraprendente, nella quale, come giustamente osserva Gabriele De Rosa nella brillante prefazione all’odierno volume, la visita di un vescovo, la predicazione delle missioni o la convocazione di un sinodo si qualificavano come un vero e proprio avvenimento storico.

Gli atti che hanno fatto da supporto alla stesura dell’opera e dei quali ampi e significativi squarci sono riportati in appendice, sono stati dall’autrice scomposti in ogni loro tessera e di tutto è stata fatta un’analisi serrata e scrupolosa. Per cui, risultano studiati a dovere la lingua e lo stile, Bibbia e liturgia, il linguaggio e i contenuti e metodi nella catechesi e nella predicazione e, infine, la stessa formazione culturale del clero. In sostanza, confermando il nuovo modo d’intendere e di studiare la storia della Chiesa in Calabria, la studiosa reggina si muove agevolmente tra la “pastoralità legiferante” e la “religiosità predicata” facendo risaltare appieno un ambiente irto di difficoltà d’ogni genere, nel quale, se da un lato si appalesa lo sforzo costante dei presuli per tradurre le massime conciliari, dall’altro appare la non facile formazione di un clero all’altezza della situazione e l’indifferenza, per non dire la contrarietà, del popolo ad ogni “novità”. Il ricchissimo archivio della Prof.ssa Mariotti, sicuramente per sua espressa decisione, è stato versato nell’Archivio Storico Diocesano Reggio Calabria Bova. In esso c’è di tutto quanto possa interessare la storia della Calabria cattolica per buona parte del secolo trascorso: corrispondenza, diari, appunti, atti di convegni ecc. Si scrive giustamente che “L’Archivio, una volta riordinato e inventariato, costituirà uno strumento fondamentale per discutere sull’impronta che ha lasciato sul patrimonio culturale, religioso e politico, per conoscere a fondo il suo cammino, per avere un’idea dell’illimitata energia che la animò sino alla fine” (sito fb dell’Archivio Diocesano RC ecc.).

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