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sabato, 27 Luglio, 2024

Joséphine Baker, la “diva” dell’impegno civile, entra al Pantheon di Parigi

Joséphine Baker entrerà nel Pantheon di Parigi, il tempio laico dei personaggi che hanno scritto la storia della Francia e sul cui frontone è scritto: “Ai grandi uomini la patria riconoscente”. Ma anche grandi donne, come Joséphine, naturalmente. La data prevista è il 30 novembre: lo ha reso noto l’Eliseo e lo stesso presidente Emmanuel Macron è stato favorevole, dopo la petizione lanciata due anni fa, che ha raccolto quasi 40.000 firme. Diva, musa, eroina Joséphine Baker, famosa cantante e ballerina franco-americana, nata nel MIssouri nel 1906 e scomparsa a Parigi nel 1975, fu la prima grande star internazionale di colore, musa di pittori come Pablo Picasso e scrittori come George Simenon e Francis Scott Fitzgerald, ma anche combattente nella Resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale nell’esercito francese, attiva al fianco di Martin Luther King per i diritti civili negli Stati Uniti e impegnata contro il razzismo e l’antisemitismo in Francia. Agente segreta È proprio per il suo ruolo nella Resistenza che Joséphine Baker entra nel Pantheon: divenne volontariamente agente dei servizi segreti francesi, passava informazioni scritte con inchiostro simpatico (che poi si cancellava) sui suoi spartiti musicali e dopo averli nascosti tra i suoi vestiti.
Per il suo impegno, Joséphine Baker – la donna che aveva rotto tutti i tabù, ballando alle Folies-Bergere di Parigi con i capelli corti e il seno nudo – fu premiata con la Croce di Guerra, la medaglia della Resistenza e la Legion d’Onore. Tre anni dopo Simone Veil, nel luglio 2018, Joséphine Baker sarà la sesta donna – la prima nera – ad essere sepolta al Pantheon di Parigi.
Joséphine Baker, un destino fuori dal comune Sposata due volte all’età di 15 anni, proveniente da un ambiente molto povero, Joséphine Baker scappa di casa seguendo una troupe nera di vaudeville. Notata da un produttore, parte per Parigi dove, a 19 anni, diventa una star della Revue Nègre. Diventa l’artista più pagata del music-hall parigino.
Nel 1937 sposa un industriale di origine ebraica e ottiene la nazionalità francese.
Divorziò e si risposò, in seguito, altre due volte. Ha adottato 12 figli.

Joséphine Baker entrerà nel Pantheon di Parigi, il tempio laico dei personaggi che hanno scritto la storia della Francia e sul cui frontone è scritto: “Ai grandi uomini la patria riconoscente”. Ma anche grandi donne, come Joséphine, naturalmente. La data prevista è il 30 novembre: lo ha reso noto l’Eliseo e lo stesso presidente Emmanuel Macron è stato favorevole, dopo la petizione lanciata due anni fa, che ha raccolto quasi 40.000 firme. Diva, musa, eroina Joséphine Baker, famosa cantante e ballerina franco-americana, nata nel MIssouri nel 1906 e scomparsa a Parigi nel 1975, fu la prima grande star internazionale di colore, musa di pittori come Pablo Picasso e scrittori come George Simenon e Francis Scott Fitzgerald, ma anche combattente nella Resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale nell’esercito francese, attiva al fianco di Martin Luther King per i diritti civili negli Stati Uniti e impegnata contro il razzismo e l’antisemitismo in Francia. Agente segreta È proprio per il suo ruolo nella Resistenza che Joséphine Baker entra nel Pantheon: divenne volontariamente agente dei servizi segreti francesi, passava informazioni scritte con inchiostro simpatico (che poi si cancellava) sui suoi spartiti musicali e dopo averli nascosti tra i suoi vestiti.
Per il suo impegno, Joséphine Baker – la donna che aveva rotto tutti i tabù, ballando alle Folies-Bergere di Parigi con i capelli corti e il seno nudo – fu premiata con la Croce di Guerra, la medaglia della Resistenza e la Legion d’Onore. Tre anni dopo Simone Veil, nel luglio 2018, Joséphine Baker sarà la sesta donna – la prima nera – ad essere sepolta al Pantheon di Parigi.
Joséphine Baker, un destino fuori dal comune Sposata due volte all’età di 15 anni, proveniente da un ambiente molto povero, Joséphine Baker scappa di casa seguendo una troupe nera di vaudeville. Notata da un produttore, parte per Parigi dove, a 19 anni, diventa una star della Revue Nègre. Diventa l’artista più pagata del music-hall parigino.
Nel 1937 sposa un industriale di origine ebraica e ottiene la nazionalità francese.
Divorziò e si risposò, in seguito, altre due volte. Ha adottato 12 figli.

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