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sabato, 20 Aprile, 2024

Bruno Polimeni

Il giorno 16 gennaio 1989 mi trovavo a Reggio a motivo di un convegno che si svolgeva nel salone del Museo Nazionale e a cui partecipavo con una relazione. Concluso l’intervento, mentre rientravo al mio posto si è accostata una persona, che molto cortesemente ha inteso farmi dono di una sua pubblicazione appena edita. L’opera era “San Ferdinando e i Nunziante” e l’autore rispondeva alle generalità di Bruno Polimeni, sanferdinandese, ma da tempo residente in città per il suo impegno lavorativo all’USL. È superfluo dire che da quel momento i reciproci contatti si sono sempre più reiterati. Naturalmente a far da avvicinamento sono stati maggiormente complici i rapporti tenuti in seno alla Deputazione di Storia Patria, di cui entrambi facevamo parte e, di conseguenza, le tante riunioni nelle quali siamo stati presenti con relazioni o senza. Il nuovo amico si officiava senz’altro affabile e disponibile e a ogni necessità non mancava di venire in aiuto.

Il dott. Polimeni è nato a San Ferdinando nel 1938 ed è deceduto a Reggio in una data da me non memorizzata, ma di sicuro consecutivamente al 2010. Purtroppo, la Deputazione, che di rito commemora sul proprio organo a stampa deputati e soci in occasione del decesso, nel caso se n’è dimenticata, mettiamola così. Conseguentemente agli studi classici nel liceo di Palmi, ha frequentato la facoltà di giurisprudenza presso l’Ateneo messinese. Ha indi svolto varie attività e per un certo periodo è stato pure un dirigente dell’Associazione dei Coltivatori diretti. Ha cominciato presto a dedicarsi a impegni giornalistici, addirittura dall’età di 18 anni, nonchè culturali collaborando con i giornali regionali “La Voce di Calabria” e la “Tribuna del Mezzogiorno”, ma anche con periodici di più ampio respiro: il “Messaggero” di Roma e “La Gazzetta del Mezzogiorno” di Bari. Consacratosi alla ricerca storica, i suoi saggi sono stati accolti variamente dalle riviste calabresi più in voga: “Calabria Letteraria”, e “Calabria Sconosciuta”. Entrato nella famiglia della Deputazione di Storia Patria, i suoi scritti hanno visto la luce sulla “Rivista Storica Calabrese”. Contemporaneamente non ha tralasciato di perseguire fatiche di tutt’altro calibro e i frutti sono stati riuniti in interessanti volumi.

 “San Ferdinando e i Nunziante”, materializzata appunto nel 1989 dall’Editrice Calabria Letteraria di Soveria Mannelli, è un corposo tomo di ben 309 pagine ch’evidenzia indagini di prima mano negli archivi di stato di Napoli e Reggio Calabria, ma non trascurando quelli locali, davvero assai preziosi. Il tutto poggia altresì su una bibliografia più che esaustiva. A completamento sta una serie nutrita di preziose e rare immagini, che rendono in chiaro il cammino percorso da un villaggio sorto per bonificare una plaga infesta e gradatamente diventato un polo di attrazione. Così scrivevo su “Calabria Sconosciuta” (XII-1989, n. 44, p. 42):

“San Ferdinando una realtà urbana di breve corso del territorio della Piana di Gioia, dopo qualche timido tentativo esperito in passato, ha oggi la sua «storia». Siamo, infatti, del parere che la presente monografia, basata com’è su esplorazioni originali nonché su un ricco apparato bibliografico, possa finalmente corrispondere in pieno alle attese dei suoi abitanti, desiderosi non meno degli altri di conoscere le proprie radici.

…..

Nello scorrevole racconto degli avvenimenti, che hanno interessato i Sanferdinandesi in meno di due secoli di vita, si snodano in sicura progressione tutti i particolari che hanno concorso alla loro formazione e sono resi noti tutti gli aspetti di una operosa comunità”.

Due anni dopo l’esordio Polimeni si riaffaccia con un particolare saggio, frutto di un mirato scandaglio in seno all’Archivio di Stato reggino, “Le Guardie d’Onore dei Borbone nella Calabria Ultra Prima (1831-1860)”. Così in una mia recensione (Calabria Sconosciuta, XIV-1991, n. 54, p. 24:

“… lo scrittore sanferdinandese offre all’attenzione degli studiosi, in una veloce carrellata tra i più bei nomi del «galantomismo» della provincia reggina nella prima metà del XIX secolo, coloro che tra 1831 e 1860 si inserirono in uno speciale corpo istituito da Ferdinando II di Borbone con l’intento sia di dare sbocco alle aspirazioni dei ceti più in vista che di mettere un freno alle loro pressanti richieste d’inserimento nella direzione dello stato.

L’interessante trattazione è corredata da pertinenti note su alcune famiglie patrizie ricavate da un’ampia bibliografia, da una serie di documentazioni e dall’elenco completo delle Guardie in attività nel periodo segnalato”.

Nel 2002, ripescando il tema iniziale delle sue ricerche, per Polimeni era la volta di “Storia della Confraternita del Carmine e dell’Immacolata di San Ferdinando” pubblicata da Kaleidon Editrice di Reggio Cal.. Siffattamente offrivo a riguardo su Calabria Sconosciuta (XXXVIII-2005, n. 105):

Polimeni “…interessato peculiarmente alla vita sociale della comunità che lo ha espresso, San Ferdinando, ha tirato fuori un agile lavoro sulla congrega eretta nel paese ed ancora in attività, quella in onore in onore della Madonna del Carmine e Immacolata, il cui regio assenso reca la data del 1857.

Il solerte ricercatore, che parte dallo statuto conservato nell’archivio di stato di Reggio già segnalato negli atti del convegno di San Nicola (da Crissa) non si limita soltanto ad analizzare i vari articoli del documento, ma, come suo costume, ne prende spunto per delineare origini e successive fasi della comunità nata per volontà del marchese Vito Nunziante”.

Ultima fatica in volume dovrebbe risultare “Lotte politiche in Provincia di Reggio Calabria dal 1861 al 1943” uscita per i tipi di Città del Sole nel 2008.

Nell’anno 2000 (23 dic.) ho avuto il piacere d’invitare Polimeni al convegno da me organizzato per il Comune con egida “Vescovi e Popolo nella Diocesi di Oppido”. Era piuttosto titubante ad accettare, in quanto poco addentro alla storia oppidese, ma, avendogli fornito le indicazioni e documentazioni all’uopo, ha aderito con entusiasmo. Quindi, si è offerto con argomento “I Vescovi di Oppido nel corso dei vari eventi politici”.

Oltre il già detto, per essere pienamente informati del contributo del ricercatore sanferdinandese alla conoscenza della storia della nostra terra basta scorrere due riviste, “Calabria Sconosciuta” e “La Città del Sole”. Sulla prima, tra 1986 e 2010 sono apparsi in larga scala studi inerenti al suo paese di origine, specialmente sui Nunziante e sulla reazione borbonica, ma anche in merito ai sommovimenti politici nella regione, leggi anarchismo, massoneria, socialismo, brigantaggio. Peculiari investigazioni hanno riguardato il brigante Musolino, la storia di Feroleto della Chiesa, la coltivazione della robbia nel regno di Napoli e la produzione e il consumo dell’olio di oliva nella Piana di Gioia. Nel 1995 ha partecipato al periodico “Banca Popolare Cooperativa di Palmi” con il lavoro “Organizzazione sovversiva nel circondario di Palmi”. Non è mancata un’attiva collaborazione con la prestigiosa rivista del Prof. De Giorgio, “Historica” negli ultimi anni della sua sopravvivenza. 

Anche sull’altra rivista che è circolata in Calabria per un decennio, dal 1994 al 2004, espressione di un gruppo di solerti rosarnesi, “La Città del Sole”, Polimeni è stato assiduamente della partita. Ai consueti temi, come le elezioni politiche dopo l’Unità, due preti rosarnesi capimassa e i briganti Orlando e Vizzari, che saranno poi accorpati nel volume, di cui s’è accennato, ce ne sono tanti di altro genere come i monti di pietà e opere pie o le origini calabresi di San Gennaro.

Il giorno 16 gennaio 1989 mi trovavo a Reggio a motivo di un convegno che si svolgeva nel salone del Museo Nazionale e a cui partecipavo con una relazione. Concluso l’intervento, mentre rientravo al mio posto si è accostata una persona, che molto cortesemente ha inteso farmi dono di una sua pubblicazione appena edita. L’opera era “San Ferdinando e i Nunziante” e l’autore rispondeva alle generalità di Bruno Polimeni, sanferdinandese, ma da tempo residente in città per il suo impegno lavorativo all’USL. È superfluo dire che da quel momento i reciproci contatti si sono sempre più reiterati. Naturalmente a far da avvicinamento sono stati maggiormente complici i rapporti tenuti in seno alla Deputazione di Storia Patria, di cui entrambi facevamo parte e, di conseguenza, le tante riunioni nelle quali siamo stati presenti con relazioni o senza. Il nuovo amico si officiava senz’altro affabile e disponibile e a ogni necessità non mancava di venire in aiuto.

Il dott. Polimeni è nato a San Ferdinando nel 1938 ed è deceduto a Reggio in una data da me non memorizzata, ma di sicuro consecutivamente al 2010. Purtroppo, la Deputazione, che di rito commemora sul proprio organo a stampa deputati e soci in occasione del decesso, nel caso se n’è dimenticata, mettiamola così. Conseguentemente agli studi classici nel liceo di Palmi, ha frequentato la facoltà di giurisprudenza presso l’Ateneo messinese. Ha indi svolto varie attività e per un certo periodo è stato pure un dirigente dell’Associazione dei Coltivatori diretti. Ha cominciato presto a dedicarsi a impegni giornalistici, addirittura dall’età di 18 anni, nonchè culturali collaborando con i giornali regionali “La Voce di Calabria” e la “Tribuna del Mezzogiorno”, ma anche con periodici di più ampio respiro: il “Messaggero” di Roma e “La Gazzetta del Mezzogiorno” di Bari. Consacratosi alla ricerca storica, i suoi saggi sono stati accolti variamente dalle riviste calabresi più in voga: “Calabria Letteraria”, e “Calabria Sconosciuta”. Entrato nella famiglia della Deputazione di Storia Patria, i suoi scritti hanno visto la luce sulla “Rivista Storica Calabrese”. Contemporaneamente non ha tralasciato di perseguire fatiche di tutt’altro calibro e i frutti sono stati riuniti in interessanti volumi.

 “San Ferdinando e i Nunziante”, materializzata appunto nel 1989 dall’Editrice Calabria Letteraria di Soveria Mannelli, è un corposo tomo di ben 309 pagine ch’evidenzia indagini di prima mano negli archivi di stato di Napoli e Reggio Calabria, ma non trascurando quelli locali, davvero assai preziosi. Il tutto poggia altresì su una bibliografia più che esaustiva. A completamento sta una serie nutrita di preziose e rare immagini, che rendono in chiaro il cammino percorso da un villaggio sorto per bonificare una plaga infesta e gradatamente diventato un polo di attrazione. Così scrivevo su “Calabria Sconosciuta” (XII-1989, n. 44, p. 42):

“San Ferdinando una realtà urbana di breve corso del territorio della Piana di Gioia, dopo qualche timido tentativo esperito in passato, ha oggi la sua «storia». Siamo, infatti, del parere che la presente monografia, basata com’è su esplorazioni originali nonché su un ricco apparato bibliografico, possa finalmente corrispondere in pieno alle attese dei suoi abitanti, desiderosi non meno degli altri di conoscere le proprie radici.

…..

Nello scorrevole racconto degli avvenimenti, che hanno interessato i Sanferdinandesi in meno di due secoli di vita, si snodano in sicura progressione tutti i particolari che hanno concorso alla loro formazione e sono resi noti tutti gli aspetti di una operosa comunità”.

Due anni dopo l’esordio Polimeni si riaffaccia con un particolare saggio, frutto di un mirato scandaglio in seno all’Archivio di Stato reggino, “Le Guardie d’Onore dei Borbone nella Calabria Ultra Prima (1831-1860)”. Così in una mia recensione (Calabria Sconosciuta, XIV-1991, n. 54, p. 24:

“… lo scrittore sanferdinandese offre all’attenzione degli studiosi, in una veloce carrellata tra i più bei nomi del «galantomismo» della provincia reggina nella prima metà del XIX secolo, coloro che tra 1831 e 1860 si inserirono in uno speciale corpo istituito da Ferdinando II di Borbone con l’intento sia di dare sbocco alle aspirazioni dei ceti più in vista che di mettere un freno alle loro pressanti richieste d’inserimento nella direzione dello stato.

L’interessante trattazione è corredata da pertinenti note su alcune famiglie patrizie ricavate da un’ampia bibliografia, da una serie di documentazioni e dall’elenco completo delle Guardie in attività nel periodo segnalato”.

Nel 2002, ripescando il tema iniziale delle sue ricerche, per Polimeni era la volta di “Storia della Confraternita del Carmine e dell’Immacolata di San Ferdinando” pubblicata da Kaleidon Editrice di Reggio Cal.. Siffattamente offrivo a riguardo su Calabria Sconosciuta (XXXVIII-2005, n. 105):

Polimeni “…interessato peculiarmente alla vita sociale della comunità che lo ha espresso, San Ferdinando, ha tirato fuori un agile lavoro sulla congrega eretta nel paese ed ancora in attività, quella in onore in onore della Madonna del Carmine e Immacolata, il cui regio assenso reca la data del 1857.

Il solerte ricercatore, che parte dallo statuto conservato nell’archivio di stato di Reggio già segnalato negli atti del convegno di San Nicola (da Crissa) non si limita soltanto ad analizzare i vari articoli del documento, ma, come suo costume, ne prende spunto per delineare origini e successive fasi della comunità nata per volontà del marchese Vito Nunziante”.

Ultima fatica in volume dovrebbe risultare “Lotte politiche in Provincia di Reggio Calabria dal 1861 al 1943” uscita per i tipi di Città del Sole nel 2008.

Nell’anno 2000 (23 dic.) ho avuto il piacere d’invitare Polimeni al convegno da me organizzato per il Comune con egida “Vescovi e Popolo nella Diocesi di Oppido”. Era piuttosto titubante ad accettare, in quanto poco addentro alla storia oppidese, ma, avendogli fornito le indicazioni e documentazioni all’uopo, ha aderito con entusiasmo. Quindi, si è offerto con argomento “I Vescovi di Oppido nel corso dei vari eventi politici”.

Oltre il già detto, per essere pienamente informati del contributo del ricercatore sanferdinandese alla conoscenza della storia della nostra terra basta scorrere due riviste, “Calabria Sconosciuta” e “La Città del Sole”. Sulla prima, tra 1986 e 2010 sono apparsi in larga scala studi inerenti al suo paese di origine, specialmente sui Nunziante e sulla reazione borbonica, ma anche in merito ai sommovimenti politici nella regione, leggi anarchismo, massoneria, socialismo, brigantaggio. Peculiari investigazioni hanno riguardato il brigante Musolino, la storia di Feroleto della Chiesa, la coltivazione della robbia nel regno di Napoli e la produzione e il consumo dell’olio di oliva nella Piana di Gioia. Nel 1995 ha partecipato al periodico “Banca Popolare Cooperativa di Palmi” con il lavoro “Organizzazione sovversiva nel circondario di Palmi”. Non è mancata un’attiva collaborazione con la prestigiosa rivista del Prof. De Giorgio, “Historica” negli ultimi anni della sua sopravvivenza. 

Anche sull’altra rivista che è circolata in Calabria per un decennio, dal 1994 al 2004, espressione di un gruppo di solerti rosarnesi, “La Città del Sole”, Polimeni è stato assiduamente della partita. Ai consueti temi, come le elezioni politiche dopo l’Unità, due preti rosarnesi capimassa e i briganti Orlando e Vizzari, che saranno poi accorpati nel volume, di cui s’è accennato, ce ne sono tanti di altro genere come i monti di pietà e opere pie o le origini calabresi di San Gennaro.

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