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venerdì, 19 Aprile, 2024

Parco Nazionale del Pollino: sette anni fa diventava patrimonio Unesco

Il 17 novembre 2015, i 195 Stati membri dell’UNESCO, nell’ambito della 38° Sessione Plenaria della Conferenza Generale dell’UNESCO, hanno riconosciuto la Rete dei Geoparchi Mondiale quale Progetto prioritario dell’UNESCO. Tutti i 120 membri della Rete Globale dei Geoparchi hanno quindi ottenuto il riconoscimento di Unesco Global Geopark. Tra questi è presente il Pollino Geopark e quindi tutto il territorio del Parco del Pollino è entrato a far parte del Patrimonio dell’UNESCO.

Istituito nel 1988, si tratta di una riserva di 192 mila ettari condivisi da Calabria e Basilicata, più precisamente dalle province di Matera, Potenza e Cosenza.

Il Parco Nazionale del Pollino è il più grande parco naturale italiano ed è anche la maggiore area protetta del nostro paese.  Sono state tante le motivazioni che hanno spinto la commissione esaminatrice a scegliere il Parco del Pollino, tra cui la biodiversità che caratterizza flora e fauna locali, i paesaggi incontrastati che si possono ammirare dalle cime montuose ad oltre 2000 metri s.l.m., la possibilità di poter spingere l’occhio nudo fino alle coste lambite dai due mari che abbracciano le regioni ospitanti. La presenza dell’uomo in quest’area si è sempre mantenuta discreta e rispettosa, cercando di convivere con la natura circostante e facendo attenzione a non compiere alcun gesto violento nei confronti del territorio.  È con questo spirito che, dal 1993, si è deciso di tutelare questa vasta area identificandola con il simbolo del Pino Loricato, particolare specie arborea diffusa, in Italia, esclusivamente sulle vette delle montagne che delineano lo skyline del parco. Altri esempi di Pino Loricato si riscontrano soltanto nei Balcani.

La riserva del Pollino include al suo interno ben 56 comuni, dei quali 24 si trovano in Basilicata e 32 in Calabria. Soltanto due dei comuni lucani sorgono in provincia di Matera. Sono presenti diversi siti di interesse storico-archeologico, come Castelluccio Inferiore, Viggianello e Rotonda, in Basilicata, Castrovillari, Laino Borgo, Mormanno e Papasidero, in Calabria.

Il Parco Nazionale del Pollino ospita diverse specie di alberi particolarmente affascinanti: l’abete bianco, il faggio, il pino nero e l’acero, oltre al famosissimo Pino Loricato. Sono presenti, inoltre, castagni, querce ed erbe officinali aromatiche, quali timo, lavanda, santoreggia e issopo, in perfetto stile “macchia mediterranea”.

In questo habitat d’eccezione trovano dimora animali ormai estinti nelle zone montuose, come il nibbio reale, il gracchio corallino, il nibbio nero e il capovaccaio.

La data del 17 novembre 2015 rappresenta per il Parco Nazionale del Pollino e, in generale, per tutti i parchi italiani, un importante traguardo raggiunto agli occhi della comunità internazionale. L’obiettivo primario della formazione della categoria Unesco Global Geopark è quello di diffondere una maggiore consapevolezza della Geodiversità di queste riserve naturali e di individuare la strada migliore per tutelarli e preservarli al loro stato attuale. Già nel 2004, quando si era tenuta, in Cina, la prima Conferenza Internazionale sui Geoparks, era stata istituita una Rete Globale dei Geoparchi. Il punto di partenza era stato un programma UNESCO datato 1998, ma la gestione dell’evento era affidata alla Divisione Scienza della Terra, ente costantemente impegnato nella ricerca di un metodo ti tutela dei doni gratuiti offerti dal pianeta e nel tentativo di promuoverne l’attuazione a livello mondiale.

Con i suoi 69 geositi ricadenti all’interno del proprio territorio, comprendendo circhi glaciali, depositi morenici, nevai, fossili di Rudiste, grotte preistoriche (Grotta del Romito), e vette che superano i 2000 metri di quota, il Parco Nazionale del Pollino è un luogo unico, dal punto di vista geoturistico, naturalistico, culturale, storico e archelogico, che concorre nell’importante primato italiano per numero di riconoscimenti tra i geoparchi Unesco.

Il 17 novembre 2015, i 195 Stati membri dell’UNESCO, nell’ambito della 38° Sessione Plenaria della Conferenza Generale dell’UNESCO, hanno riconosciuto la Rete dei Geoparchi Mondiale quale Progetto prioritario dell’UNESCO. Tutti i 120 membri della Rete Globale dei Geoparchi hanno quindi ottenuto il riconoscimento di Unesco Global Geopark. Tra questi è presente il Pollino Geopark e quindi tutto il territorio del Parco del Pollino è entrato a far parte del Patrimonio dell’UNESCO.

Istituito nel 1988, si tratta di una riserva di 192 mila ettari condivisi da Calabria e Basilicata, più precisamente dalle province di Matera, Potenza e Cosenza.

Il Parco Nazionale del Pollino è il più grande parco naturale italiano ed è anche la maggiore area protetta del nostro paese.  Sono state tante le motivazioni che hanno spinto la commissione esaminatrice a scegliere il Parco del Pollino, tra cui la biodiversità che caratterizza flora e fauna locali, i paesaggi incontrastati che si possono ammirare dalle cime montuose ad oltre 2000 metri s.l.m., la possibilità di poter spingere l’occhio nudo fino alle coste lambite dai due mari che abbracciano le regioni ospitanti. La presenza dell’uomo in quest’area si è sempre mantenuta discreta e rispettosa, cercando di convivere con la natura circostante e facendo attenzione a non compiere alcun gesto violento nei confronti del territorio.  È con questo spirito che, dal 1993, si è deciso di tutelare questa vasta area identificandola con il simbolo del Pino Loricato, particolare specie arborea diffusa, in Italia, esclusivamente sulle vette delle montagne che delineano lo skyline del parco. Altri esempi di Pino Loricato si riscontrano soltanto nei Balcani.

La riserva del Pollino include al suo interno ben 56 comuni, dei quali 24 si trovano in Basilicata e 32 in Calabria. Soltanto due dei comuni lucani sorgono in provincia di Matera. Sono presenti diversi siti di interesse storico-archeologico, come Castelluccio Inferiore, Viggianello e Rotonda, in Basilicata, Castrovillari, Laino Borgo, Mormanno e Papasidero, in Calabria.

Il Parco Nazionale del Pollino ospita diverse specie di alberi particolarmente affascinanti: l’abete bianco, il faggio, il pino nero e l’acero, oltre al famosissimo Pino Loricato. Sono presenti, inoltre, castagni, querce ed erbe officinali aromatiche, quali timo, lavanda, santoreggia e issopo, in perfetto stile “macchia mediterranea”.

In questo habitat d’eccezione trovano dimora animali ormai estinti nelle zone montuose, come il nibbio reale, il gracchio corallino, il nibbio nero e il capovaccaio.

La data del 17 novembre 2015 rappresenta per il Parco Nazionale del Pollino e, in generale, per tutti i parchi italiani, un importante traguardo raggiunto agli occhi della comunità internazionale. L’obiettivo primario della formazione della categoria Unesco Global Geopark è quello di diffondere una maggiore consapevolezza della Geodiversità di queste riserve naturali e di individuare la strada migliore per tutelarli e preservarli al loro stato attuale. Già nel 2004, quando si era tenuta, in Cina, la prima Conferenza Internazionale sui Geoparks, era stata istituita una Rete Globale dei Geoparchi. Il punto di partenza era stato un programma UNESCO datato 1998, ma la gestione dell’evento era affidata alla Divisione Scienza della Terra, ente costantemente impegnato nella ricerca di un metodo ti tutela dei doni gratuiti offerti dal pianeta e nel tentativo di promuoverne l’attuazione a livello mondiale.

Con i suoi 69 geositi ricadenti all’interno del proprio territorio, comprendendo circhi glaciali, depositi morenici, nevai, fossili di Rudiste, grotte preistoriche (Grotta del Romito), e vette che superano i 2000 metri di quota, il Parco Nazionale del Pollino è un luogo unico, dal punto di vista geoturistico, naturalistico, culturale, storico e archelogico, che concorre nell’importante primato italiano per numero di riconoscimenti tra i geoparchi Unesco.

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