Non ho memoria dell’iniziale rapporto intrattenuto col prof. Egidio Mezzi di Cirò, ma di sicuro si è verificato intorno all’anno 1990. In un biglietto del 19 giugno, rivolgendomisi con un “Caro collega”, m’informava che stava cercando di provvedere in merito a una mia richiesta per una foto della statua della Madonna della Catena del suo paese. Allora mi stavo occupando di rintracciare immagini della Madonna della Catena in Calabria e nel Mezzogiorno. Ho visto poi per la prima volta il prof. Mezzi alla fine di novembre del 1995 al Bastione Toledo di Crotone, dove si svolgeva il Convegno Internazionale di studi “Guerra di corsa e pirateria nel Mediterraneo”, al quale partecipavo con la relazione dal titolo “Schiavi e pirati in Calabria nei secoli XVI-XIX”. Nel frangente era impegnato ad offrire all’attenzione degli intervenuti una serie di tomi sulla Calabria. Mi sono avvicinato e ho fatto conoscenza diretta. Qual è stata la mia sorpresa quando ho appreso ch’era stato a Oppido da bambino e che con la famiglia vi aveva vissuto terribili momenti. Era, mi pare, il 1946 e il padre, che dirigeva la caserma dei carabinieri, era incappato in un serio pericolo. Avvisato che una notte, a una lettera minatoria espressa ai danni del rag. Buda, avrebbe dovuto seguire il ritiro del malloppo in una proprietà sotto Tresilico, poco oltre la sua stessa abitazione, vi si è appostato con un solo brigadiere. Appena i malviventi si sono avvicinati, ha gridato il classico altolà, ma quelli hanno reagito sparando. C’è stata senz’altro una dura risposta, ma chi ne ha avuto la peggio è stato il brigadiere, che ha chiuso i suoi giorni malauguratamente sul posto. C’è stata la reazione dello Stato, anche se si era in un dopoguerra in cui la vita stentava a riprendere il suo normale corso, ma non credo che si sia ottenuto granché, quantomeno non è nei miei ricordi. A distanza di tempo la “mala” ha ripetuto con successo un gesto criminoso e, nel periodo, in cui i sequestri erano all’ordine del giorno, si è rifatta sotto e ha prelevato e nascosto in qualche rifugio in montagna il povero ragioniere, ch’è stato costretto sicuramente a sborsare un grosso riscatto. Ero a scuola allorché ho sentito la macchina con lui dentro che si portava a tutto gas verso l’Aspromonte. Il prof. Mezzi dell’esperienza vissuta dalla famiglia conservava un brutto ricordo. In quella triste circostanza aveva otto anni di età. Va da se che per il maresciallo è stato ritenuto opportuno un immediato trasferimento.
Dopo quel primo incontro, di cui mi ha fatto cenno in un susseguente messaggio del 5 dicembre, sono entrato nelle grazie di Egidio, che aveva per me quasi una venerazione. Avvisandomi che mi aveva spedito alcune sue pubblicazioni, veniva a ricordarmi quell’evento: “Ti ringrazio per l’affettuosa amicizia di cui mi hai onorato a Crotone e a Cariati. Ti abbraccio”.
Vantando una nutrita sfilza di ricerche in campo storico, durante la presentazione del suo libro “Cirò nel Novecento” un noto studioso scomparso, ma anche un secondo in successione ancor oggi vivente, hanno officiato coram populo di farlo ammettere quale socio alla Deputazione di Storia Patria per la Calabria, ma vuoi che se ne siano dimenticati vuoi altro, non c’era alcuna avvisaglia all’orizzonte, per cui c’era rimasto piuttosto male. Un giorno me ne ha accennato, era il 23 luglio del 2008, chiedendomene notizie: “Mi rifiuto di pensare che membri autorevoli di un organismo così prestigioso si siano presi gioco di me … Mi puoi illuminare in merito? Assolutamente non intendo questa mia come una richiesta di un tuo intervento per l’ammissione alla Deputazione. Ho ormai 70 anni e da tempo non sogno più: Nell’auspicio che questa mia ti trovi in ottima salute”. Non ho frapposto indugi e in un battibaleno vi ho provveduto. La sua soddisfazione era alle stelle quando mi ha telefonato dicendomi di aver ricevuto comunicazione dell’accettazione e conseguenziale nomina da parte di quell’Istituzione. Le sue prime parole sono state: “Ho conosciuto finalmente un uomo!”. Della promessa solenne poi mancata ne aveva data informazione peraltro Anselmo Terminelli su “Il Crotonese” del 12 agosto.
Trascorsi un paio d’anni l’amico cirotano si faceva vivo con un allettante invito: “Mio caro Rocco, sono in corso le manifestazioni che il Comune di Cirò, sotto l’egida del Ministero per i Beni Culturali, sta organizzando per l’anno 2010 in occasione del Cinquantenario di Luigi Lilio.
Finora ci sono stati due convegni, dove sono intervenuto, ma i più importanti si terranno nel mese di giugno, come puoi vedere dal calendario che ti allego.
Il 19 giugno ci sarà la presentazione del libro su Lilio che ho scritto assieme al dott. Vizza del CNR di Firenze.
Il 21 giugno il prof. Antonino Zichichi terrà una relazione su Luigi Lilio.
Il sindaco di Cirò inviterà te il presidente della Deputazione ai due convegni.
Sarò veramente felice se entrambi parteciperete ai convegni del 19 e del 21 giugno”.
Un’ultima lettera reca la data del 9 settembre, sempre del 2010. La riproduco per esteso: “ho finito di leggere i tuoi scritti monografici pubblicati sui “Quaderni Mamertini” che ho assai graditi e letto con molto interesse, sia perché i contenuti sono di estrema rilevanza per Oppido e i paesi della Piana, sia perché sono espressi in uno stile che è proprio “dei maestri di quel che sanno”.
Sono secoli di storia che sono passati alla griglia di una ricerca, meticolosa e assai lodevole analisi e ricerca storica.
Chi domani dovrà scrivere della tua Oppido e degli altri paesi che le gravitano intorno non può non tenere conto di questi “solitari studiosi” che hanno saputo leggere nei segreti di pieghe storiche e hanno tradotto le loro fatiche in volumi preziosi che vanno posti non in una libreria di un salotto ma sul tavolino dei ricercatori che in un domani indagheranno tale passato. Complimenti! Quotidie ad meliora semper”.
Una volta mi è arrivata inaspettatamente una cassetta di bottiglie di vino Cirò. A inviarmela è stato proprio l’amico professore, che ha approfittato della venuta a casa del farmacista Nicola Zerbi, mio antico alunno, impegnato nel lavoro proprio presso una farmacia di quel centro del Catanzarese.
Egidio Mezzi è nato nel 1938 a Cirò. Ha studiato al liceo classico di Crotone e ha conseguito la laurea in lettere classiche. Quindi, si è dato all’insegnamento, che ha svolto nelle scuole medie di Cirò Marina e Cirò. A lungo ha retto anche la direzione della biblioteca comunale di Cirò. Appassionato della storia calabrese, soprattutto quella attinente ai luoghi natii, ha inviato alle stampe varie opere in volume e collaborato con articoli alla rivista “Calabria Letteraria” (tra 2002 e 2010). Ha esordito nel 1988 con “Fragalà”, cui nel 1989 si è aggiunta una guida storico-artistica-monumentale di Cirò (Catanzaro). Nel 1991 è arrivato “Cirò, proverbi e canti popolari” (Belvedere Spinello) e l’anno dopo “Cirò dotta, figli illustri di Cirò e Cirò Marina” (id.). “Il Santuario di Madonna dell’Itria nella leggenda e nella storia” (Napoli) è del 1993. L’anno dopo tocca a “Cirò, Frammenti di storia” (Belvedere S.). Si prosegue nel 1997 con “Cirò nel Novecento” (Cosenza) e nel 2005 con “Cirò, famiglie subalterne e casali dominanti dal XVI al XVIII sec.” (Soveria M.). “Biografie di personaggi maggiori e minori degni di memoria Luigi Lilio Medico Astronomo e Matematico di Cirò” è materializzato nel 2010 (Laruffa RC), mentre “Cirò tra Storia e Cultura” nel 2016. Probabilmente ultimo, nel 2017 e forse è ancora inedito, “Catanzaro e la sua provincia nel periodo risorgimentale” variamente annunciato sulle copertine di altri lavori. Per i suoi tanti meriti il prof. Mezzi, deceduto nella sua Cirò nel 2020, in antecedenza era stato nominato cavaliere della Repubblica.
Con Egidio Mezzi spesso era complice anche il telefono, ma si qualificano davvero affettuose le ricorrenti dediche sulle pagine dei suoi libri. Così in quello su Cirò edito nel 2055: “A Rocco Liberti uno dei pochi virtuosi amici che mi onorano della loro amicizia” e poi in data 23-07-2010 nel documentatissimo libro che aveva scritto in collaborazione con Francesco Vizza e impeccabilmente edito da Laruffa, “Luigi Lilio etc.”: “Al Prof. Rocco Liberti amico sincero e generoso”.