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venerdì, 19 Aprile, 2024

CIRO COSENZA-2020

Ho incontrato per la prima volta il prof. Ciro Rosario Cosenza di Cetraro sul finire degli anni ’70 a un convegno che si teneva a Catanzaro e al pranzo ci siamo trovati riuniti allo stesso tavolo io, lui e l’amico Natale Pagano di Nicotera. Da lì è nata l’amicizia con il via a una serie di scambi di pubblicazioni varie. Capitato in un’occasione a Diamante, dove si era di poi trasferito, ho cercato invano di contattarlo. In ultimo, nel 2008, pervenuta la di lui figlia a insegnare nella scuola media di Oppido, me lo ha fatto presente, per cui sono ripresi i contatti. Abitando la stessa a Reggio, ho avuto il piacere d’invitarla al convegno sui centri storici calabresi organizzato dalla Deputazione di Storia Patria. L’amico mi aveva promesso una capatina a Oppido per una visita alla vecchia città, ma non se n’è poi fatto nulla. Come scambio di missive mi restano soltanto due biglietti senza data, ma che stimo dei primi anni 80. Uno per complimentarsi di un mio lavoro, l’altro come segue: “al mio rientro dal VII Congresso Internazionale di Studi per l’Alto Medioevo, che si è tenuto a Norcia, Subiaco e Montecassino, ho trovato la tua cartolina e mi affretto a inviarti il mio volumetto. Molti dei saggi ivi pubblicati, tu già li hai letti su “Calabria Letteraria”. Attendo notizia della recensione, e, ancor di più, le tue recenti pubblicazioni. T’abbraccio”.

Il volumetto, cui si accenna era “La feudalità sul Tirreno Cosentino”, stampato a Diamante con la Tipolito Ricca nel febbraio del 1979. Eccone alcuni squarci della recensione da me affidata al Corriere di Reggio del 2 novembre 1980: “Ciro R. Cosenza, uno studioso di problemi storici della nostra regione, al cui attivo si segnalano alcuni articoli su riviste specializzate e un paio di raccolte di liriche, con questo suo primo volume specifico di storia calabrese ci offre un saggio del suo vivo interesse per i paesi della fascia tirrenica cosentina e, in particolare, per quella zona compresa tra Paola e Cetraro, che, ove si eccettui l’ottimo lavoro del De Seta su Fuscaldo, appare quanto mai scoperta.

Il Cosenza, ch’è ordinario di scienze umane e storia nel liceo scientifico di Scalea, ma che risulta fornito di buoni studi giuridici, nell’odierna pubblicazione ha unito con un certo rigore logico le sue fatiche in campo storico, sia quelle edite in precedenza che quelle ancora non conosciute e, abbracciando un periodo che va dalla dominazione normanna al Viceregno spagnolo, riporta alla luce fatti ignorati o ne rivela aspetti nuovi, avvalendosi all’uopo, oltre che di una ricca bibliografia, anche di documenti di prima mano, quali possono essere quelli parrocchiali, privati o dell’archivio di stato di Napoli.

Un commendevole capitolo della sua fatica, infine, il Cosenza l’ha voluto consacrare ad un grosso avvenimento verificatosi in Calabria nel XVI secolo, a quel bagno di sangue perpetrato a Guardia Piemontese ai danni di gente inerme in seguito agli eroici furori del Concilio Tridentino e del suo più rigido esecutore, Pio V. Con notizie inedite tratte dall’archivio napoletano, l’autore cetrarese ricostruisce fedelmente quelle tristi giornate e ci fa quasi toccare con mano le conseguenze della Controriforma in Calabria”.

Ciro Rosario Cosenza, deceduto a Diamante il 12 settembre del 2020, era nato a Cetraro 82 anni avanti. Laureatosi in giurisprudenza a Napoli nel 1962 e ottenuta l’abilitazione, ha insegnato storia e filosofia nel liceo “Metastasio” di Scalea, quindi è passato a quello di Diamante, istituto del quale ha ricoperto anche la carica di preside. Consacratosi contemporaneamente alla ricerca, ha messo fuori un’ampia serie di pubblicazioni d’ogni genere. Il direttore di Storicittà (Massimo Iannicelli), rivista alla quale ha inviato pezzi per moltissimi anni sin dal 1994, giustamente lo ha definito: “Un uomo che amava enormemente la storia, come dimostra la pubblicazione di svariati suoi saggi storici. Un Grande Calabrese!”. Vi si aggiunge Francesco Cirillo, giornalista pubblicista battagliero in TeleDiamante con una significativa attribuzione: “Una colonna della nostra cultura”. Cirillo attendeva di completare la prefazione per un ennesimo libro dello scomparso, con cui ha parecchio collaborato.

Alla pubblicazione del 1978 si è via via aggiunta tutta una serie con argomenti i più disparati: Costituzione e problemi (1981), Ri­cordi di un figlio della lupa (1983), Diaman­te, frammenti di memoria (1993), Le deliberazioni Decurionali del comu­ne di Scalea 1830-1861 (1998), Cetraro nel XX secolo (2003), In mezzo a noi la storia (2004), Fra i reduci dell’Alto Tirreno cosentino (2004), Sole, mare & pallonate (2005), Una generazione senza miti, da Mussolini a Che Guevara (2006), Il grido dei gabbiani (2008), Quando leggevamo il Calcio Illustrato (2009), Alla ricerca della memoria perduta (2011), Dizionario di come si viveva in Riviera e dintorni (2013), Il secondo do­poguerra sulla Riviera dei Cedri (2015).L’ultima fatica del prof. Ciro Cosenza rimonta appena al 2016 ed è stata edita con Falco di Cosenza. Si tratta di “Dai salotti della Riviera alcune pagine di storia”.

Ho incontrato per la prima volta il prof. Ciro Rosario Cosenza di Cetraro sul finire degli anni ’70 a un convegno che si teneva a Catanzaro e al pranzo ci siamo trovati riuniti allo stesso tavolo io, lui e l’amico Natale Pagano di Nicotera. Da lì è nata l’amicizia con il via a una serie di scambi di pubblicazioni varie. Capitato in un’occasione a Diamante, dove si era di poi trasferito, ho cercato invano di contattarlo. In ultimo, nel 2008, pervenuta la di lui figlia a insegnare nella scuola media di Oppido, me lo ha fatto presente, per cui sono ripresi i contatti. Abitando la stessa a Reggio, ho avuto il piacere d’invitarla al convegno sui centri storici calabresi organizzato dalla Deputazione di Storia Patria. L’amico mi aveva promesso una capatina a Oppido per una visita alla vecchia città, ma non se n’è poi fatto nulla. Come scambio di missive mi restano soltanto due biglietti senza data, ma che stimo dei primi anni 80. Uno per complimentarsi di un mio lavoro, l’altro come segue: “al mio rientro dal VII Congresso Internazionale di Studi per l’Alto Medioevo, che si è tenuto a Norcia, Subiaco e Montecassino, ho trovato la tua cartolina e mi affretto a inviarti il mio volumetto. Molti dei saggi ivi pubblicati, tu già li hai letti su “Calabria Letteraria”. Attendo notizia della recensione, e, ancor di più, le tue recenti pubblicazioni. T’abbraccio”.

Il volumetto, cui si accenna era “La feudalità sul Tirreno Cosentino”, stampato a Diamante con la Tipolito Ricca nel febbraio del 1979. Eccone alcuni squarci della recensione da me affidata al Corriere di Reggio del 2 novembre 1980: “Ciro R. Cosenza, uno studioso di problemi storici della nostra regione, al cui attivo si segnalano alcuni articoli su riviste specializzate e un paio di raccolte di liriche, con questo suo primo volume specifico di storia calabrese ci offre un saggio del suo vivo interesse per i paesi della fascia tirrenica cosentina e, in particolare, per quella zona compresa tra Paola e Cetraro, che, ove si eccettui l’ottimo lavoro del De Seta su Fuscaldo, appare quanto mai scoperta.

Il Cosenza, ch’è ordinario di scienze umane e storia nel liceo scientifico di Scalea, ma che risulta fornito di buoni studi giuridici, nell’odierna pubblicazione ha unito con un certo rigore logico le sue fatiche in campo storico, sia quelle edite in precedenza che quelle ancora non conosciute e, abbracciando un periodo che va dalla dominazione normanna al Viceregno spagnolo, riporta alla luce fatti ignorati o ne rivela aspetti nuovi, avvalendosi all’uopo, oltre che di una ricca bibliografia, anche di documenti di prima mano, quali possono essere quelli parrocchiali, privati o dell’archivio di stato di Napoli.

Un commendevole capitolo della sua fatica, infine, il Cosenza l’ha voluto consacrare ad un grosso avvenimento verificatosi in Calabria nel XVI secolo, a quel bagno di sangue perpetrato a Guardia Piemontese ai danni di gente inerme in seguito agli eroici furori del Concilio Tridentino e del suo più rigido esecutore, Pio V. Con notizie inedite tratte dall’archivio napoletano, l’autore cetrarese ricostruisce fedelmente quelle tristi giornate e ci fa quasi toccare con mano le conseguenze della Controriforma in Calabria”.

Ciro Rosario Cosenza, deceduto a Diamante il 12 settembre del 2020, era nato a Cetraro 82 anni avanti. Laureatosi in giurisprudenza a Napoli nel 1962 e ottenuta l’abilitazione, ha insegnato storia e filosofia nel liceo “Metastasio” di Scalea, quindi è passato a quello di Diamante, istituto del quale ha ricoperto anche la carica di preside. Consacratosi contemporaneamente alla ricerca, ha messo fuori un’ampia serie di pubblicazioni d’ogni genere. Il direttore di Storicittà (Massimo Iannicelli), rivista alla quale ha inviato pezzi per moltissimi anni sin dal 1994, giustamente lo ha definito: “Un uomo che amava enormemente la storia, come dimostra la pubblicazione di svariati suoi saggi storici. Un Grande Calabrese!”. Vi si aggiunge Francesco Cirillo, giornalista pubblicista battagliero in TeleDiamante con una significativa attribuzione: “Una colonna della nostra cultura”. Cirillo attendeva di completare la prefazione per un ennesimo libro dello scomparso, con cui ha parecchio collaborato.

Alla pubblicazione del 1978 si è via via aggiunta tutta una serie con argomenti i più disparati: Costituzione e problemi (1981), Ri­cordi di un figlio della lupa (1983), Diaman­te, frammenti di memoria (1993), Le deliberazioni Decurionali del comu­ne di Scalea 1830-1861 (1998), Cetraro nel XX secolo (2003), In mezzo a noi la storia (2004), Fra i reduci dell’Alto Tirreno cosentino (2004), Sole, mare & pallonate (2005), Una generazione senza miti, da Mussolini a Che Guevara (2006), Il grido dei gabbiani (2008), Quando leggevamo il Calcio Illustrato (2009), Alla ricerca della memoria perduta (2011), Dizionario di come si viveva in Riviera e dintorni (2013), Il secondo do­poguerra sulla Riviera dei Cedri (2015).L’ultima fatica del prof. Ciro Cosenza rimonta appena al 2016 ed è stata edita con Falco di Cosenza. Si tratta di “Dai salotti della Riviera alcune pagine di storia”.

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